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ott 29

High Mountain Bluebirds – High Mountain Bluebirds

Uno dei culti della “movenza” rock è senza ombra di dubbio la psichedelica, quella impattante intercettazione allucinata onirica e visionaria che cultura, mente, fisicità e moda abbia mai attraversato ad alta espressività deformante, specie se si fa riferimento alle florealità a cavallo degli anni Sessanta e Settanta del Novecento. Nella musica e relativo mondo poi non ne parliamo, ci sarebbe da riempire pagine e pagine di colorati articoli, ma senza andare a riaprire scaffali e cassetti di memoria, c’è chi lo fa per noi, c’è chi riporta in auge – in una manciata di caldi minuti – quella stupefacente e meravigliosa parentesi “barcollante”.
Vengono dal veneto, si chiamano High Mountain Bluebirds, e le quattro tracce che fanno l’ossatura del loro primo Ep omonimo sono il pandemonium giusto, il simbolo perfetto di quell’alfabeto “tra le nuvole” che tanto ha dato ai suoni e alle poetiche di quella storia infinitamente on the road, quattro tracce con tutto l’armamentario pacifico e sonante di un inafferrabile coma vigile. Siamo al punto focale di un rock-psichedelico a tutti gli effetti, quasi diciassette minuti di “onde magnetiche” che ospitano gli “I remember” di chitarre in tremolo, essenze di Hammond con Leslie, fumi alcaloidi, nebbie beatnik e quelle voci lontane, di eco e distonie dalle mille direzioni, praticamente tutto il kit per un flower power pret a porter.
Il trio, Jacopo, Luca e Pietro, rispettivamente voce-chitarra, basso e batteria in poche parole danno del tu ad una miscela omaggiante alla Summer per eccellenza, un magico mix di Birds, Fifty Foot Hose, Mad River, certi Steppenwolf di passaggio, Kaleidoscope, California Dream, Frisco & surrogati che si trasformano in una bella cartolina “acida” da leccare oltre che ascoltare; un bellissimo momento sonoro che nello shake di Tarantiniana memoria di Amplify your love, tra il vento libero nei capelli lunghi di The girl on the bus stop bench, il rock delle Highway senza limiti in Desert flower e il mantra frikkettone che circonda la bella e notturna Crystal fa tornare indietro con la testa ed il cervello – magari con una traiettoria tutta sua – ma in quell’indietro in avanti che – come una bibbia laica dalle pagine arcobaleno – ancora da lezioni di vita e di controcultura coi cazzi.
Gli HMB non creano ne distruggono, esercitano il fascino di quel tutto che si trasforma. Ed è giusto così.

Label: Autoproduzione
Anno: 2013

Tracklist:

1. Amplify your love
2. The girl on the bus stop bench
3. Desert flower
4. Crystal

1 commento

  1. Quello là

    Uno dei culti della “movenza” rock è senza ombra di dubbio la psichedelica, quella impattante intercettazione allucinata onirica e visionaria che cultura, mente, fisicità e moda abbia mai attraversato ad alta espressività deformante. Ci sono vari errori di taliano… psichedelia immmagino, invece che psichedelica.. e il periodo dopo è semplicemente italianamente sbagliato… forse intendevate la più impattante (ecc) che abbiano mai ecc… o forse la punteggiatura era diversa, boh.. però è abbastanza incomprensibile… Non lo scrivo per essere stronzo era per esser d’aiuto dato che me ne son accorto..

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