Illusionista, ipnotizzatore, negromante ed impeccabile avventuriero in frac e cappello a cilindro, Mandrake è forse il (meta)mago più conosciuto e citato della cultura popolare contemporanea, un genio misterioso a cavallo fra realismo narrativo ed incredibili colpi di scena da fantasmagorica daily strip quale egli era.
Ma cos’hanno in comune un atipico eroe come il personaggio creato da Lee Falk e la musica contemporanea italiana?
Apparentemente nulla … nel dettaglio, ogni cosa.
Già, perché tra le brume silenziose dell’affascinante stregoneria a stelle e strisce e le melodiose atmosfere dell’indie – pop d’Oltremanica, giacciono i Mandrake, conturbante formazione livornese al debutto con un lavoro che non può non affascinare ed innamorare, enigmaticamente intitolato Zarastro.
Un album composto da undici “storie” spesso surreali, sempre toccanti, intonate seguendo l’orizzonte dell’incanto e della pura meraviglia; dimenticate i prodotti pre – confezionati e surgelati dell’underground più misero ed obliate la sterilità che sembra animarlo.
I Mandrake deliziano l’ascoltatore con tutto il bagaglio di creatività e passione musicale di cui, su queste pagine virtuali, a lungo ho lamentato l’assenza, sorprendendomi, allo stesso tempo, della vastità di suoni ed echi incisi in appena trentadue minuti di long playing.
Archi, flauti, trombe, ukulele e sintetizzatori popolano ritornelli e strofe con il fascino della naturalezza più disinibita, mentre cori e rivestono i brani di toccante malinconia (Black Tambourine), festosità popolare mariachi (Uncertain Moment) e bordate New Wave da urlo e venerazione (I’m so confused – Part I).
Certo, l’impressione è che la band debba ancora trovare una sua più limpida direzione, ma – e non voglio esagerare – di simili esordi non ne vedevamo da un bel pezzo.
Tracklist
01. I’m so confused (part I)
02. Time
03. Neighbours
04. The copelands
05. I’m so confused (part II)
06. You’re not here
07. Uncertain moment
08. Nothing is predictable
09. The evil meeting
10. Black Tambourine
11. Soft Temple
Anno: 2012
Genere: Indie – pop/folk
Etichetta: ForEars Records
1 commento
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Maura
30 gennaio 2012 a 16:52 (UTC 1)
Gran disco!
Frac, cilindro e mantellina » musicZoom
5 marzo 2012 a 15:06 (UTC 1)
[...] primo trimestre di 2012. Dopo la recensione del suddetto lavoro pubblicata qualche settimana fa (leggila qui), potevamo farci scappare l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Giorgio Mannnucci, [...]