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mag 03

Moltheni – I Segreti Del Corallo

Con quella sua inconfondibile attitudine folk – indipendente costruita intorno ad oscuri intrecci vocali ed emozionanti escursioni nel cantautorato più classico, Moltheni (al secolo Umberto Giardini) si è ormai confermato come una delle presenze più brillanti e delicate dell’industria discografica italiana contemporanea, riuscendo più volte ad elevarsi al di sopra della media stessa dei suoi colleghi di lavoro grazie ad una proposta musicale capace di amalgamare – con padronanza e ricchezza di contenuti – romanticismo e tragedia, ricordi e sensazioni, immagini vivide ed ombre sbiadite.
Suggestioni ed inquietudini che si accompagnano, come inscindibili compagni di viaggio, all’intima sensualità dei versi annotati dalla sottigliezza della sua penna, all’essenzialità delle sue strofe e della sua chitarra, alla poesia nuda che trasforma le parole in veicolo privilegiato di sentimenti e sensazioni.
È di questa materia che si compone anche il quinto ed (attualmente) ultimo album firmato dall’artista marchigiano, I Segreti Del Corallo, uscito proprio in questi giorni per Venus, ed è proprio da queste sostanze particolari che prende corpo un’opera musicale di viva sensibilità, in cui psichedelia e lirismo convivono in un’affascinate dimensione sonora, commovente e surreale ad un tempo. Ad una trepidante Vita Rubina ed alla sua bellezza di pura meraviglia il compito di aprire le danze di questo immenso lavoro, facilmente catalogabile come uno dei migliori (se non IL migliore, finora) dell’ex cantante degli Hameldome : atmosfere ricercate ed architetture minimaliste che si traducono in note leggere dirette ai sensi sembrano essere le chiavi di interpretazione di questo primo segreto del corallo, subito affiancato dall’ariosità e dalle aperture melodiche delle successive Gli Anni Del Malto e L’Amore Acquatico, canzone ben più ravvicinabile delle altre alla nitidezza del precedente Toilette Memoria.
A seguire, l’abituale brano strumentale Che Il Destino Possa Riunire Ciò Che Il Mare Ha Diviso (sospeso fra tastiere ipnotizzanti e ritmi soffusi di batteria) ed una versione rivisitata / ri – arrangiata di quella In Porpora emblema del romanticismo incantevole dell’era Splendore Terrore.
Neanche il tempo di gustare la ritrovata serenità che tutto si fa più scarno e crudo, diretto, violento, per molti versi accostabile allo stile asciutto e glaciale del recente EP Io Non Sono Come Te.
Con Oh, Morte e Verano, I Segreti Del Corallo entrano nel loro buio personale, nella visionarietà di una scrittura che più di altre sa decifrare le tenebre per imprimerle in versi.

Lasciarsi stupire, commuoversi addirittura, è quanto di più raro e prezioso possa accadere (musicalmente parlando) in questi tempi, dominati da rivoluzioni digitali (a saperle utilizzare, almeno) che hanno aperto il campo ad invasioni di pseudo artisti – cavallette e wannabes di basso profilo.
Lavori come questo, dischi come I Segreti Del Corallo, hanno il potere di ricordarci che senza sostanza non c’è la benchè minima differenza fra l’ennesima popstar televisiva ed un fighetto in Converse e chitarra.
Per fare buona musica, in fin dei conti, non basta affatto il semplice saper suonare.

Tracklist:

01. Vita Rubina
02. Gli anni del malto
03. Che il destino possa riunire ciò che il mare ha diviso
04. L’amore acquatico
05. In porpora
06. Oh, morte
07. Corallo
08. Ragazzo solo, ragazza sola
09. Verano
10. L’attimo celeste, prima dell’Apocalisse
11. Suprema

Genere: cantautorato/ folk rock
Anno: 2008
Nazione: Italia
Etichetta: Venus Distribuzione

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