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giu 16

Brunori SAS @ San Lorenzo Estate

Brunori & Di Martino - foto Umberto Profazio

a cura di Giovanna Castagna

Quando un artista e le sue canzoni accompagnano come una magica colonna sonora il periodo in cui conosci una persona speciale e ti innamori, quell’artista, e le sue canzoni, inevitabilmente diventano per te uniche e speciali, capaci di suscitare e rievocare emozioni associate a momenti particolarmente belli della tua vita. Questo è sicuramente il caso della sottoscritta con Brunori SAS e le canzoni del suo ultimo album Poveri Cristi Vol.2. E così, ieri sera, mentre mi recavo a San Lorenzo Estate per il suo concerto pensavo che difficilmente avrei potuto scrivere della serata senza lasciarmi influenzare dal giudizio assolutamente positivo che ho di lui. Ma il pienone registrato al piazzale del Verano, l’allegria che si è respirata durante il concerto con un pubblico capace di cantare tutte le canzoni a squarciagola, batterne il ritmo con le mani e chiedere addirittura il tris, non lasciano spazio a dubbi: l’esibizione è stata davvero esilarante, e non solo per me.
Con i suoi distintivi baffi, un po’ dimagrito e per l’occasione con dei mocassini che facevano molto “Fantasilandia” e che gli avevano procurato anche delle “vescichine”, Brunori è apparso spigliato e con la battuta sempre pronta, come del resto è nel suo stile. Dolce, delicata ed emozionante, invece, la voce di Simona Marrazzo che lo ha accompagnato con i suoi vellutati cori di “naa-na-na-na-naaa”. Vincente poi l’arrangiamento acustico, grazie in particolare ai fiati di Mirko Onofrio e al violoncello e al mandolino di Stefano Amato: un arrangiamento capace di dare nuova forma alle canzoni e creare atmosfere ancor più coinvolgenti per il pubblico.
A partire da Fra milioni di stelle, con cui si è aperto il concerto, si sono susseguiti i vari brani in cui una “povera crista” come me non può che identificarsi: da Animal colletti (sottoscrivo “non ho una casa, non ho un lavoro e non ho un cane”), con tanto di comparsata di Antonio Di Martino, il quale aveva preceduto l’esibizione di Brunori, a Una domenica notte, Tre capelli sul comò, passando per il momento valzer de La mosca e la conclusione romantica di Lei, lui, Firenze. Non sono mancati successi tratti da Vol.1Come stai e Paolo – e un assaggio delle nuove canzoni scritte per la colonna sonora del film “È nata una star?” con la dolce Amore con riserva. Per il reclamatissimo bis, scelte scontate, ma non troppo: duetto Brunori-Di Martino per Il pugile in versione intima. Così emozionante che lo stesso Brunori non ha resistito ad abbracciare Di Martino al termine della canzone. E poi Rosa, con ennesima identificazione da “povera crista” (“…anch’io mi voglio sposare, ma senza un lavoro non si tira a campare”) e l’immancabile Guardia ’82, che riesce a toccare le corde nascoste di chi mi ha fedelmente accompagnato al concerto, e che non ha potuto fare a meno di pensare con tanta nostalgia al natio mare calabrese.
Ma troppo era l’entusiasmo, il coinvolgimento e l’allegria portati da Brunori e la sua “azienda” per convincere il pubblico a tornare a casa. E con mio grande stupore, anche la seconda richiesta di bis non è stata disattesa: gli artisti sono tornati sul palco, con nuova partecipazione di Di Martino e dei suoi musicisti, per cantare tutti assieme, in un clima di vera e propria festa, le parole de Il suo sorriso. La canzone che fu galeotta.

Nota di colore della serata:
Momenti di paura alla vista di un casco per il motorino con l’adesivo “Verona ti odio”: per fortuna, cantando, l’accento non si sente.

1 commento

  1. Closer

    Passami una corda dai.

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