La fisarmonica, come ci tiene a sottolineare Simone Zanchini nelle note di copertina di questo suo disco, è uno strumento bistrattato, cui gli viene precluso uno spazio nel genere classico. I virtuosi in altri generi musicali non mancano, ognuno con un suo volto diverso, dalla musica balcanica a quella del Madagascar, dal jazz al tango e Piazzolla, la cui musica ormai è conosciutissima ovunque. In questa sua impresa, tutto da solo, Zanchini va alla ricerca di una sua dimensione personale, staccandosi da tutto e da tutti deliberatamente percorrendo le vie di un´avanguardia che poco ha a che fare con gli aspetti più conosciuti del suo strumento, dedicando pure il brano finale ad un pianista che ha da sempre sconvolto l´umore del pubblico dei jazzofili, e cioè Cecil Taylor.
È necessaria un poco di pazienza per entrare nel mondo di un artista che cerca di sfuggire ad ogni immagine, anche a quella del suo precedente disco in solo per la stessa casa discografica. Eppure le sue esecuzioni affascinano per la forza che traspare attraverso suoni che vanno verso un approccio totale allo strumento, quasi se ne voglia riscrivere di nuovo le regole esecutive.
Ovviamente manca qualunque riferimento al passato o alla tradizione di altri colleghi che fanno altri generi. Qui si ridisegna tutto, si prende sul serio quello che si afferma nel titolo, è cioè il proprio concetto della fisarmonica. In qualche modo affascina, perchè la ricerca che fa ha una sua logica stringente e forse apre la porta verso incontri con altri improvvisatori del genere creativo.
Label: Silta Records
Year 2012
Tracklist
01. The Polstoy´s Lament
02. Help
03. We Are All Puppets in F# Major
04. The Cancer of Prejudice
05. Ecstasy
06. Horror Vaqui
07. Parla come mangi
08. Mantra (to Cecil Taylor)
1 commento
willem van manen
9 dicembre 2012 a 16:55 (UTC 1)
dear Simone
I prepair a radio program about you and the concert of may 11 2012 in Holland
What is your year of birth ?
Thank you and lots of success, I like the music very much