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apr 08

No Seduction @ Cuborock

Foto Italian Embassy

E’ sempre lei che ci porta nei posti giusti. Che ci suggerisce di lasciare alle spalle Crotone e di involarci verso Sellia Marina, dove in un sabato sera di fine luglio i groove rimbalzano come onde frastagliate spumando il candore bianco che portano dal mare. Al Club 21 lungo la statale 106 il Cubo Rock ci accoglie con il sorriso geometrico di Spora e di Alex Tolomeo, che accompagneranno con la loro selezione rock la lunga introduzione ai No Seduction. Fin dal primo ascolto mi avevano molto incuriosito, a tratti entusiasmato. Sarà il loro forte accento italico nei loro pezzi, sarà la loro originalità indiscussa, saranno i titoli dei loro pezzi: We won’t ever find a job è diventata il mio manifesto di una vita (precaria).
Lo show inizia alle 2.00 di notte, ed il vento freddo costringe gli ospiti catanzaresi a sfoggiare le loro previdenti giacchette e felpe autunnali. Io e Giovanni invece rimaniamo impietriti dalla tramontana. Rocco Perini (chitarra ed una strana somiglianza con Massimo Ciavarro, subito notata da qualche simpaticone alle nostre spalle), Roberto Ferro (batteria) e Marco Freguja (basso), sono invece già caldi quando salgono sul palco: abituati alle temperature rigide o scaldatisi con l’alcool, accendono il Cubo Rock con energia e freschezza tipicamente new wave. Perché in S.P.U.P.P.A.  ci sta questo e molto altro: ci puoi intravedere la follia elettrica dei Devo o l’ironia tagliente degli Electric Six. Fried Fish a casa mia è già diventata un tormentone, Spend Money Stay Cool ti arriva dritta come un treno in faccia, e non puoi stare fermo nemmeno un minuto. (I want to join the) CIA con i suoi riff esplosivi è deliberatamente delirante, mentre Copyrighted alza la cassa di 90°gradi e la temperatura circostante di almeno 180. I tre iniziano a ballare in mezzo al pubblico facendo partire la basi dal grigio Mac sul palco: come se Peter Murphy decidesse di dare un taglio hip hop agli LCD Soundsystem.
Sapere che producono roba dal 2005 (provate ad ascoltare oggi The little song of yes and no) mi lascia a bocca aperta. In questo maledetto paese la roba buona la si conosce sempre troppo tardi. Ma forse siamo ancora in tempo e la serata del Cubo sta lì a dimostrarlo anche a noi. Che ci rimettiamo in macchina solo dopo aver estrapolato ai tre non seduttori qualche nuova bestemmia in lingua veneta, per poi lasciarli al loro pulmino che lì porterà chissà dove in questa dannata penisola. La Golf in vece penserà a riportarci all’ovile in attesa di altre buone nuove per noi.

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