Psichedelia e space-rock stanno vivendo sulla scena internazionale dei rigurgiti di un certo spessore (v. Magic Lantern o White Hills) e l’Italia, come al solito, si accoda alla folata esterofila. I vortici armonici degli Ancient Sky non potevano sfuggire ad uno che di psichedelia è a dir poco estasiato e, del resto, appena le prime note di T.R.I.P.S. puntellano i miei timpani penso: non posso non recensirlo! Riff lenti e dark, che oscillano tra monoliti alla Tool e space-rock estremamente dilatato sono gli ingredienti di base del disco. La musica tende ad avvolgersi in se stessa in una spirale senza fine di archeoastronomia, ora ipnotica e ora maggiormente melodica o blues. T.R.I.P.S., ad esempio, è un pezzo strumentale avvolto da atmosfere lisergiche e allucinate, iniettato di dosi massicce di droni e distorsioni. Segue l’imponente e minacciosa struttura musicale di All Colors at Once graffiata da un tessuto percussivo sincopato e dai gorgoglii di un organo in sottofondo. Pow-wow che viene squarciato quando le chitarre esplodono in un mantra orientaleggiante, simile a un’invocazione liturgica. Si va avanti con lo spiraleggiante raga di Ray Bradbury, cosparso di effetti siderali e feed-back di feed-back.
Diciamo che la band con questo album non si discosta in modo innovativo dai connotati stilistici del genere, ma è in grado in ogni caso di veleggiare verso composizioni dinamiche, trascendentali e geometriche ad un tempo. Un album che gli amanti del genere non potranno fare a meno di apprezzare.
Label: Robotic Empire/Sons of Vesta
Anno: 2012
Track-list:
01. Towards the Light
02. Wooden Ear
03. Snow in the Cemetery
04. T.R.I.P.S.
05. All Colors at Once
06. Ray Bradbury
07. Oake Island
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Ancient Sky nel vecchio continente » musicZoom
6 novembre 2012 a 18:50 (UTC 1)
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