Il genio musicale di Django Reinhardt non si è espresso soltanto alla chitarra. Anche come compositore ha lasciato un segno preciso nel jazz europeo, permettendo di realizzare delle incisioni a musicisti un pò obliqui rispetto alla tradizione – pensiamo alla dedica fattogli da André Jaume e Raymond Boni Pour Django – e non soltanto a chi segue gli assunti del Gipsy Jazz. A seguire questo percorso che potremmo definire tangenziale a quello dei tanti interpreti di jazz “manouche” c´è Simone Guiduci, alla ricerca di idee e concetti moderni, di nuove direzioni, come quelle prese dal jazz negli anni `60. Qui deliberatamente si vuole dimostrare la modernità e l´attualità del Reinhardt compositore e quello che ne spunta è un disco alla Carla Bley, con i solisti chiamati di volta in volta in primo piano tenendo sempre d´occhio le dinamiche all´interno del collettivo, che non sfugge dalla sapiente regia del chitarrista. Manca il basso elettrico di Steve Swallow, ma qualche parallelo fra le due formazioni lo si riesce a fare, ad esempio la tuba di Mauro Ottolini che sostituisce quella di Bob Stewart, o Achille Succi che al sax alto non fa rimpiangere il grande Elton Dean o i diversi solisti che la Bley ha chiamato a collaborare nelle proprie formazioni. Insieme alla ritmica costituita da Danilo Gallo al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria c´è ancora Emanuele Parrini al violino e la chitarra di Guiducci, che sembra un Marc Ducret preso come sempre da un raptus di elettricità, sempre con l´idea di sparare sul pubblico quello che lo strumento riesce a dare in termini di note e di rumori. Nel complesso si tratta di un lavoro notevole che mostra l´acume di Guiducci nell´interpretare composizioni scritte non proprio ieri l´altro, a dimostrazione di come sia possibile avvicinarsi alla tradizione con piglio innovativo.
Label: TRJRecords
Year: 2010
Tracklist:
01. Stockolm
02. Diminushing Blackness
03. Lentament Mademoiselle
04. Djangology
05. Nympheas
06. Vamp
07. Rythme Future
08. Tears
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