Rende, venerdì 2 novembre. Dai rigurgiti waveristici dell’ultimo report targato Always Never Again che ha visto protagonisti i Soviet Soviet, si passa ai coinvolgenti tripudi folk della band olandese AlascA. In Italia da tre settimane per promuovere il loro debut-album Actors & Liars prodotto dalla Grammy, gli Alasca sono reduci dalla serata al Morgana di Benevento.
Verso la mezzanotte il live ha inizio; a far da quadretto la onirica e fiabesca scenografia dello staff di Always Never Again. Gli Alasca conquistano il palco, il bisogno urgente è quello di comunicare il loro messaggio fatto di un sound che trasuda la migliore tradizione folk. Hanno una forma espressiva allo stesso tempo tragica ed elegante e che non disdegna filastrocche sgangherate dall’ironia surreale. La strumentazione è quella classica, due chitarre (di cui una acustica), batteria e organo gospel, salva poi l’intromissione del banjo in alcuni brani, atta ad evocare paesaggi arcaici. Soprattutto i vocalizzi sovrapposti e gli arpeggi vorticosi sublimano l’arte delle nenie e delle ninnananne ma con il tono austero della musica rock. Acquarelli di melodie celtiche, ballate meticolose e inni solenni accompagnano le movenze trasandate dei quattro olandesi.
L’attento pubblico è ammaliato dalle composizioni degli Alasca i quali, a loro volta, sono visibilmente lusingati da tale interessamento; in un connubio di suggestione e folclore il live si dipana in un’intensa ora e mezza solcando gli animi degli spettatori.
Uno spettacolo che a fasi alterne risulta meditativo e introspettivo, rabbioso e sognante. Gli strumenti vibrano liberi e discreti, la voce tenue si inerpica nell’impasto vellutato di banjo e organo che ne riassume la dimensione onirica.
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