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nov 07

Bat for Lashes – The Haunted Man

a cura di Marco Valchera

La copertina del nuovo album di Bat for Lashes, The Haunted Man, la mostra completamente nuda mentre sorregge sulle sue spalle un giovane (l’uomo tormentato del titolo) che copre le parti più intime del corpo di Natasha Khan, cuore e mente del progetto. Fin dall’art work l’artista vuole mettere un punto e a capo con la sua produzione precedente, che ha portato parte della critica a definirla come una nuova Björk, e che ci ha regalato due album che costituiscono autentiche perle di quel pop sognante ed etereo che oggi si sta sempre più facendo largo tra il pubblico. Natasha si spoglia: mostra il suo corpo, la sua intimità, il suo essere. Tutto ciò si riflette nelle undici canzoni che compongono The Haunted Man, scheletriche, scarne, prive di fronzoli o di arrangiamenti, che possano accompagnare nella giusta maniera quella che è oggi una delle voci migliori del panorama musicale al femminile. L’iniziale Lilies conquista con il suo ritornello semplice e diretto, mentre il singolo All Your Gold richiama pericolosamente il tormentone di Gotye e Kimbra, Somebody that I used to know, ma con maggiore noia. A partire dalla terza traccia si definisce il nucleo dell’album: Horses of the Sun è giocata tutta su toni bassi, sia strumentali che vocali, Oh Yeah si apre con un coro maschile e mescola elettronica e pianoforte, Laura, splendida ballata voce- piano-cello (complice Justin Parker, coautore di Video Games di Lana Del Rey), Winter Fields, il brano più vicino a Two Suns, nelle sue orchestrazioni. Quando sono convinto che anche in questo caso Natasha abbia creato un terzo album alla sua altezza, iniziano le note dolenti, incarnate soprattutto da A Wall e dalla ancora più inconcludente Rest Your Head. Il tutto si chiude con Deep Sea Diver, che, con un paio di minuti in meno, sarebbe entrata senza dubbio nell’Olimpo della sua produzione.
L’autrice ha parlato di nuovi sentimenti per la scrittura di questo The Haunted Man, che segue un periodo di blocco creativo che l’ha colta dopo un lungo tour e riflette una riscoperta per la felicità della vita. Forse a portare a questo cambiamento di direzione vi è anche lo zampino di Dan Carey (The Kills, Franz Ferdinand, Emiliana Torrini) che affianca e sostituisce alla produzione David Kosten, a cui Natasha si è sempre affidata. Il consiglio per chi ama la sua musica è di fermarsi alla prima metà e skippare fino alla traccia otto, Marilyn (con Beck alla chitarra e ai synth), e di lasciarsi cullare dalla sua voce, rimpiangendo un po’ quello che questo The Haunted Man sarebbe potuto essere.

 

Label: Parlophone
Anno: 2012
Tracklist
1. Lilies
2. All Your Gold
3. Horses Of The Sun
4. Oh Yeah
5. Laura
6. Winter Fields
7. The Haunted Man
8. Marilyn
9. A Wall
10. Rest Your Head
11. Deep Sea Diver

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