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nov 10

Martha Wainwright – Come Home to Mama

a cura di Marco Valchera

La discografia di Martha Wainwright rasenta quasi la perfezione: gli ep indipendenti degli esordi, i due album, l’omaggio a Edith Piaf (Sans Fusils, Ni Souliers, à Paris: Martha Wainwright’s Piaf Record) e, ora, questo Come Home to Mama. Il 2010 è stato per l’artista, sorella del più famoso e osannato Rufus, un anno difficile: la perdita della madre Kate McGarrigle, anche lei folksinger, e la nascita prematura del primo figlio, Arcangelo, dal marito e produttore Brad Albetta. Accompagnata alla produzione da Yuka Honda delle Cibo Matto, Martha ci regala dieci tracce-confessione, affrontando anche, con l’ironia che l’ha sempre contraddistinta (il titolo del secondo album in studio recitava I Know You’re Married But I’ve Got Feelings Too) le relazioni con l’altro sesso. Rispetto ai lavori precedenti, è da notare un’aggiunta di elementi elettronici, che, in alcuni casi, intralciano le sue interpretazioni, ricche di pathos e di giochi vocali, suo marchio di fabbrica.
Come home to mama è un verso di Proserpina, traccia numero quattro, un’elegia composta, nei suoi ultimi giorni di vita, dalla madre, che sperava in un ritorno a casa di Martha, costretta in ospedale a guardare suo figlio dentro un’incubatrice. È un’autentica poesia al pianoforte, con l’aggiunta di violoncello e un coro, che interpreta il genere umano, vittima del dolore della dea, la cui figlia è stata rapita da Ade, tematica presente nell’Inno a Demetra di Omero. Più tradizionali all’interno del suo songwriting sono I Am Sorry, Can You Believe It? (I really like the makeup sex/it’s the only kind I ever get) e Radio Star, sull’essere una cantante. Punta tutto sull’elettronica Four Black Sheep, non propriamente riuscita, il cui finale, però, riabilita un inizio poco convincente; in Some People, atterrita da un rapporto che non la soddisfa più, si lascia andare a un grido di liberazione (I don’t mind the rain on my head). I Wanna Make An Arrest ha echi funky, ma è fuori contesto: migliore è la sua versione demo e acustica, inclusa nell’edizione deluxe. Il finale ci regala due momenti toccanti e ispirati: All Your Clothes è una conversazione dolorosa e sofferta con la madre scomparsa (I hope your body doesn’t mind the cold/it always preferred the sunshine), mentre Everything Wrong è una lettera al figlio appena nato, con tutte le gioie e le preoccupazioni del diventare madre e con una preghiera: di non ripetere i suoi stessi errori.

Label: COOP Music
Anno: 2012

Tracklist

01. I Am Sorry
02. Can You Believe It?
03. Radio Star
04. Proserpina
05. Leave Behind
06. Four Black Sheep
07. Some People
08. I Wanna Make An Arrest
09. All Your Clothes
10. Everything Wrong

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