Che Laura Loriga, preziosa voce dell’attuale scena musicale italiana, fosse destinata a grandi imprese era cosa certa: in fondo, come diavolo si poteva pretendere d’ignorare un lavoro così intimo e toccante come Apocalypse Sets In?
Tra Dead Can Dance e Lycia, era quello un disco impossibile da non ascoltare.
Meno scontato, invece, era il fatto che la nostra piccola osservatrice disincantata potesse maturare così tanto e così bene nel giro di appena tre anni.
Meno cerebrale e più rock (più “sicuro”, azzarderei) del suo diretto predecessore, Memories for the unseen è il secondo album che tutti vorrebbero registrare: melodico e passionale ad un tempo, viscerale ed onesto, è questo un lavoro che trasuda capacità e creatività da ogni poro sudorifero e che riconferma, se mai ce ne fosse bisogno, l’assoluto valore di una formazione musicale in grado di tessere ben più di “semplici” tappeti sonori.
Accantonati i sussurri e le dolci carezze d’un pianoforte distante, Laura ed i Mimes of Wine imbracciano strumenti ed intellettualità e, tra nebbie fumose e struggenti richiami à la Jeff Buckley, danno vita ad una sensazionale orchestrina di claudicanti marcette jazz, festosi valzer di capodanno, fiati anni ’50 e tenere atmosfere fatali.
Un brano fra tutti: Altars of rain.
Tracklist
01. Under the lid
02. Altars of rain
03. Yellow Flowers
04. Charade
05. Auxilio
06. Teethmaker
07. Ester
08. Silver steps
09. I will marry You
10. Aube
11. L’incantatore
12. Hundred Birds
Anno: 2012
Genere: rock
Etichetta: Urtovox
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