Lo dice già il testo della title track, il buono non c’è in questo nuovo EP degli Steela, band dalle produzioni piuttosto stravaganti mescolata tra il sud (originari della Puglia, regione che ci sta abituando a grandi talenti) e il nord Italia (il loro primo album è stato prodotto da Madaski degli Africa Unite e pubblicato da Max Casacci dei Subsonica). Già da queste prime informazioni capiamo che questo nuovo EP (questa volta autoprodotto) conterrà influenze reggae ma contestualizzate con l’andazzo del momento, ossia una dubstep ben composta e non troppo invadente o acida nei suoni, ma da supporto moderato allo stile ormai concreto della band salentina. I testi infatti rimangono piuttosto pungenti, senza mai risultare anch’essi saturi o volgari, pesanti o banali; ne è nuovamente testimone la title track che apre l’EP, dove si affronta l’argomento del vivere in un falso perbenismo che accrese un senso di rivolta e vendetta; è un brano maturo, una bella legnata in faccia, una marcia sicura che si alterna tra chitarre rock e synth aciduli. A seguire ci si rilassa con Sun Will Rise, e già dalle prime note del levare reggae torna a risplendere davvero il sole sull’ascolto di questo EP; anche il testo apre alla speranza, cercando di infonderla anche a chi ormai sembra averla persa. Ritmica reggae contestualizzata con i suoni elettronici del giorno d’oggi, un brano davvero ben prodotto. Torna qualche nuvola con 10000 Metri: con suoni più acidi e ritmiche più scure, si racconta la voglia di andarsene dal proprio territorio, quel sentimento che imperversa e che affascina parecchi giovani soprattutto in tempi di crisi come questi. Si balla sulle ritmiche di Antidoto, brano moderno con suoni ben fatti, una dubstep che parla d’amore come unica soluzione alla malinconia del giorno d’oggi, come unico motore per continuare a lottare. L’onda ha un incipit che rimanda a cantati “subsonici”, ma la ritmica poi si afferma in un contemporaneo mix di reggaeton e dancehall: è il brano più coinvolgente, anche per un testo che esprime nella forza del gruppo la propria potenza, in quest’onda che se si muove insieme può spazzar via tutte le cose brutte. Chiude poi l’EP una versione strumentale di Sun Will Rise. È un EP che personalmente convince molto, che manifesta il sapersi evolvere mantenendo il proprio stile, con la consapevolezza di usare comunque la musica come strumento comunicativo, per aprire gli occhi su un mondo che sicuramente non ci fa impazzire, per donare quell’impulso di reazione, di rivolta, mosso dalla forza dell’amore e dalla condivisione della gente; un messaggio molto caro alla cultura reggae, concretizzato dagli Steela con le sonorità contemporanee, che non risultano però pesanti o “già sentite”, ma comunque fresche ed attuali. Manca un po’ la solarità degli esordi, ma ci piace anche questa maturità (sia a livello di sonorità che a livello di contenuti) che incupisce un po’ la band, che la rende malinconica ma sempre con quel velo di speranza che contraddistingue il popolo del reggae, ed in questo caso del sud. E permettetemi un commento finale: se tutti noi italiani avessimo questo spirito, anziché abbatterci di fronte ai “potenti”, forse qualcosa cambierebbe; e forse è proprio questo che vogliono comunicarci gli Steela con il loro ultimo EP.
Anno: 2012
Label: Autoproduzione\Goodfellas
Tracklist:
1 – Il Brutto E Il Cattivo
2 – Sun Will Rise
3 – 10000 Metri
4 – Antidoto
5 – L’onda
6 – Sun Will Rise (Instrumental)
Commenti Recenti