a cura di Christian Panzano
Per chi si appresta ad ascoltare De la crudel del Collettivo Ginsberg, si necessita profilassi per l’uso. Come entrare da Euronics e comprare uno spremi agrumi della Black & decker, che una volta faceva solo trapani elettrici e poi ci si ritrova a casa con le istruzioni in polinesiano per una smerigliatrice. Il Collettivo è straordinario. Ma non casco dal pero oggi e si che si sa, dai. Basta fare zapping da un blog all’altro, saltellando di qua e di là, che Fanti & co. sono considerati una bomba musicale dal talento straordinario. Rimanere con i piedi ben piantati a terra è doveroso e conviene prima di scivolare in qualche buca fangosa. Ogni era ha avuto il gruppo d’eccezione. Blue Cheer, Area, Weather Report, Nucleus, Confusional Quartet, Nurse with Wound. Il Collettivo è in sé questo elenco di esperienze sonore che la storia del rock e dintorni ha prodotto. Peccato, ci si crogiola solo con un EP. Tutti pigiavano, pogando a gran voce per un full length del gruppo, una prova soddisfacente per sentirsi sazi, sia per chi ascolta, sia per chi suona. Non sto qui a ripeterlo e quindi cari Ginsbergs sbrigatevi, se volete entrare nella storia da manuale e organizzate il vostro capolavoro. Mar’s sailors è industrial alla Death in June, con sventrate noise da rigetto come solo franky buonanima Zappa poteva suffragare. Per chi non è avvezzo al genere meglio soprassedere e rinunciare alla fetta di torta. Comunque un brano di ottima fattura. Sera è una ballad mordente, da pop esagitato. Giusto qui, provate a meditare, ascoltando il brano, su tutto l’estro di Cristian Fanti. Poetico, marziale, pantagruelico. Curtel è il suono delle cartucce Epson con crumble di folk organico, un industrial non più generico, bensì filtrato con acid rock, speedball blues e chitarre voodoo sciamaniche. Il cantato esterofilo ci sta da dio. L’ultima e dolorosa traccia, II presente, è Giovanna Marini versione post punk, no wave, post crumble, post tutto. È il pezzo più bello, si sente il sapore amarognolo dei CCCP o dei Disciplinatha. Associandomi al coro greco dei lagnanti, avrei anch’io gradito una continuazione più soddisfacente di questo De la crudel, che odora di epica spezzata, di una storia lanciata e lasciata a metà, proprio come Ginsberg in jukebox all’idrogeno. Quindi o cambiate ragione sociale o ci offrite un bell’album, magari un concept. Sarebbe bellissimo. Vi aspetto sui libri di storia.
Label: Seamount productions
Anno:2012
Tracklist:
1-Mar’s sailors
2-Sera
3-Curtel
4-II presente
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