Ci sono molti modi di affrontare la club culture, la storia della musica dance, la galassia di tutto ciò che è divertimento notturno; Humani, in questa notevole anteprima a Pescara della stagione 2013, ha scelto il più illuminato ed approfondito. Gli artisti chiamati per la giornata del 9 febbraio, tra un imperdibile incontro/workshop programmato per le 17 nella Sala Tosti del Museo Aurum e la serata vera e propria alla Sala Favetta del Museo Delle Genti D’Abruzzo a partire dalle 21, sono infatti di un prestigio davvero raro. Non semplici dj, ma persone che hanno veramente formato ed indirizzato come pochi altri la storia della musica degli ultimi due decenni. La sua storia artistica, ma anche quella socio-culturale. L’inglese Andrew Weatherall è considerato uno dei pionieri di quell’incrocio, oggi dato per scontato ma nei primi anni ’90 assolutamente iconoclasta, tra musica dance e rock.
Come produttore e remixer è stato lui infatti a rendere grandi gruppi come i Primal Scream o gli Happy Mondays, trasportando le loro intuizioni tra indie, rock e pop nei territori all’epoca freschi e “pericolosi” della nascente musica e cultura house. Un’intuizione che lo ha portato a diventare richiestissimo da gruppi mainstream nel ruolo di collaboratore: con mossa quasi situazionista, lui è però fuggito dall’empireo della musica pop (snobbata per dire una offerta degli U2, ma gli esempi potrebbero essere molti) tornando nell’underground, dando così vita a seminali progetti di elettronica “avanzata” (Sabres Of Paradise, Two Lone Swordsmen) in grado di ottenere subito un seguito di culto che dura ancora adesso.
Altrettanto leggendari sono comunque gli altri dj che lo accompagnano in questa anteprima di Humani 2013, dal titolo significativo “The Space Pioneers”. Ognuno a suo modo, Leo Mas, Beppe Loda, Leo Young e Guglielmo Mascio hanno tracciato la storia della club culture italiana ed europea quando ancora dedicarsi alla musica dance era da visionari e non una possibilità come tante per tentare di arrivare al successo, quale oggi è.
Leo Mas era alla consolle del leggendario Amnesia di Ibiza (club protagonista addirittura di un intero film, con la regia del premio Oscar Gabriele Salvatores) ancora già nel 1987; Beppe Loda è un’autentica leggenda mondiale della musica afro, quella particolarissima combinazione di funk, soul, new wave, kraut rock, electro, disco e musica “cosmica” che tutto il mondo musicale ci invidia considerandola la vera scintilla originaria della club culture così com’è oggi (cosa che paradossalmente in Italia facciamo ancora fatica a comprendere e celebrare).
Leo Young, alias Leo Zagami, è un altro personaggio cruciale: dj fin dal 1983 (a tredici anni), ha reso Roma e la sua scena rave originaria un punto di riferimento in tutto il mondo (è stato lui a chiamare per la prima volta fuori dall’Inghilterra i Prodigy, giusto per dire), lasciando poi il segno in tutte le capitali d’Europa, a partire da Berlino con le sue residenze al Tresor, la Mecca della scena techno più intransigente, a metà anni ’90. La storia di Guglielmo Mascio, pur avendo valore non certo solo locale, è molto significativa per le terre abruzzesi, con i suoi incredibili set di svariate ore che hanno portato gli alfabeti funk, disco, house, electro lì dove non erano mai stati prima. A completare l’offerta artistica ci saranno le installazioni del POTlAb:materiale vecchio … nuove prospettive, questo è il filo conduttore del POTlab progetto, un processo iniziato tre anni fa per dare vita e visibilità alle idee e alla creatività del suo fondatore Pot Ale. Il concetto di base è quello di dare nuova vita a oggetti e materiali che altrimenti purtroppo vanno in discarica. Che si tratti di plastica, cartone, legno, lampadine, vinile, VHS, lattine e tutti gli altri elementi che, una volta ristrutturati o ricostruiti, assumono una nuova prospettiva di vita che possono arricchire le nostre case con una semplice forma di artigianato contemporaneo che non ha confini … se non quelli della fantasia!
feb 08
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