a cura di Christian Panzano
La costituente è un progetto musicale che prende forma dalle ceneri dei Rosso Rubino. Sono Lorenzo Catillo (voce) e Pasquale Pedicini (piano) con più di 15 artisti, amici vecchi e nuovi, tra i quali spiccano i nomi di Luca Aquino, Leon Pantarei, Sergio Casale, Luciano Ciaramella. Un vero è proprio laboratorio di sperimentazione e progettazione. Per quanto vi prego sono 12 tracce registrate nell’arco di tempo che va da ottobre 2011 a marzo 2012 fra Roma e Benevento, e prodotto da Altipiani factory. È un disco bello e sorprendente che miscela il pop con il teatro canzone, Nino Rota e il cantautorato, il blues e la voglia di dialetto. A questo incedere misto va assommata una poetica sociale nei testi difficile da dribblare. Già dal prologo che funge da prima implorazione, si comprende subito la stoffa del tessuto in questione. Trasognanti ondulazioni di archi e fiati così devoti al Nino Rota del Gattopardo, a cui si unisce un cantato che segue il divenire fluido dell’improvvisazione per poi chiudersi in un scorza segreta. Viceversa La Costituente ci sorprende con Ines. Cambiano i toni e i colori, perchè è un blues metropolitano fatto di metriche trascinanti. Primo vero pezzo rilevante. Solo tutor richiama un Capossela periodo Camera a sud, ahimè trito e ritrito. Puntanera ci regala il ritornello più bello del disco. Certo è di nuovo Rota che duetta con Jarrett, ma quanto neorealismo in poche note e poi le percussioni di Pantarei giocano a deragliare i soffi di Aquino in un crescendo di inventiva. È una recita radiosa con testo a fronte pieno di ardore compositivo. Seconda perla del disco. Strabica come venere è un gioco tra parole e arpeggi affilati di chitarra. Tutto poco sofisticato, ma autentico. Io non io è spudoratamente Guccini dipendente. Sembra quasi un plagio! mi spiace dirlo, ma anche il testo fa il ghigno sardonico al cantautore di Pavana. Diciamo tra un Stanze di vita quotidiana e Via Paolo Fabbri 43, tanto per essere buoni con il prossimo. In Di e da ritorna il classicismo e una prosa corposa da vino invecchiato, pieno di simboli, spettri e anime gentili accompagnate da un lungo pattern di piano che sul finale muore silenzioso. Ma poi ci si risveglia incazzati perchè in Parigi riemerge Guccini. E che diamine ragazzi, no! Difficile però non essere d’accordo col testo così aspro e rigonfio di rose e tulipani in assetto da guerra. Tanta politica da sentirsi timidi per il grido di tolleranza che riaccende l’ugola. Lu ragano ruba la cassetta degli attrezzi al teatro canzone per provare a reinventare, ma si rimane sulla scorta degli Avion Travel. Sud est è un po’ una forzatura, però stupisce la chitarra lievemente distorta, la ritmica in sordina che si rianima sul refrain. Ci avviciniamo al gran finale e i nostri sono ben lieti di sottolinearlo con Arrivederci a bientot aufidersen e Dolce sentire, preghiera di chiusa con il coro del circolo musicofilodrammatico di Foglianise tinto in modo vario dai fiati di Aquino. Molto cinema, molta politica e tanta passione in queste canzoni e a conti fatti ciò che meno ha convinto passa tutto sommato in cavalleria. Giudizio positivo quasi su tutta la linea.
Label: Altipiani Factory
Anno: 2013
Tracklist
1-Per quanto vi prego
2-Ines
3-Solo tutor
4-Puntanera
5-Atrabica come venere
6-Io non io
7-Di e da
8-Parigi
9-Lu ragano
10-Sud est
11-Arrivederci a bientot aufidersen
12-Dolce sentire
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