“Capra!Capra!Capra!” urlerebbe Vittorio Sgarbi a proposito di questo disco degli svedesi Goat uscito lo scorso anno per i tizi dell’etichetta Stranded Rekords. Ma più che suonare come un rimprovero dovrebbe essere un’esaltazione plaudente e compiaciuta a questo World Music, acclamato come uno degli album più interessanti del 2012 da diverse fonti ben accreditate. A noi è sfuggito miseramente, ma un buon amico ha ben pensato di rimediare con un regalo di compleanno più che azzeccato. Ed eccoci qui a commentare le atmosfere granitiche di Goatman, con sciabolate di chitarra in stile anni ’70. Ma in salsa etno-tribale, in stile fusion, perché la world music dei Goat si avvale di un pattern di percussioni onnipresente nel disco e che accompagna in maniera sublime le evoluzioni sonore del trio, evidentemente affascinato da questo strano connubio tra il rock, i ritmi tribali e la dance anni ’70. È come se ad un incrocio si incontrassero Black Mountain, Talking Heads e Santana provenienti da tre strade diverse e ritrovatisi nello stesso crocicchio ad osservare la macchina dei Goat rallentare sulle note di Goathead, ed allontanarsi su un outro acustico ed arcaico. Le sonorità di Disco Fever sembrano modellate secondo i dettami di Brian Eno, così come avverrà più tardi nell’immaginifica ed ossessiva Let It Bleed. L’ascolto inizia a diventare una droga e le vertigini sempre più numerose, incontinenti. Golden Dawn è un ulteriore episodio di una saga che sviluppa un concetto di world music, a volte acida ed a volte psichedelica ma sempre con un fortissimo senso del ritmo. Run to your mama diventa oggettivamente imprescindibile e da somministrare sotto attenta prescrizione del medico, mentre alti volumi e distorsioni generano scariche elettriche deliziose. La dimensione psicoesoterica resta però dominante ascoltando gli echi di Goatlord e lo sviluppo finale di Det som aldrig förändras/Diarabi: la prima un accogliente viaggio space rock che ti spara avanti ed indietro nel tempo più volte fino a perdere ogni cognizione dell’io; la seconda una ripresa epica e monumentale dell’intro con ancora più carica ed aggressività della traccia d’apertura e con scariche finali sfiancanti e fenomenali. La fine che riprende l’inizio, lo yin e lo yang che trovano reciproco completamento chiudendo un viaggio attorno alla musica che rappresenta al meglio una musica da viaggio. Preparate le tute spaziali, a portarvi a destinazione ci pensa la Capra.
Label: Stranded Rekords/Rocket Recordings
Anno: 2012
Tracklist
1. Diarabi
2. Goatman
3. Goathead
4. Disco Fever
5. Golden Dawn
6. Let it bleed
7. Run to your mama
8. Goatlord
9. Det som aldrig förändras/Diarabi
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