Se la moto di Carletto fosse equipaggiata con un flusso canalizzatore avrei trovato del tutto normale l’esibizione dei Radio Moscow di giovedì 28 febbraio 2013. Ma la moto di Carletto è un modello base, non ha tutti gli optional. Peccato. E allora giochiamo (ancor di più) di fantasia e facciamo come fanno i bambini, facciamo che “io ero negli anni ’70 e tu eri il mio amico americano”.
Ok, va così: sto ascoltando 3 capelloni in jeans scampanati e camicette hippie inanellare tutti quei bei riff che sentivo proprio ieri al negozio di dischi… li suonava uguali quel nero comesichiama, Jimmy Experience, tu te lo ricordi, eri con me… tutto normale. Poi avrei detto al mio amico, ehi, ma c’è un quarto tipo meno capellone ma più matusa con loro sul palco. E guarda che ti fa? Versa, sbrodola e mescola colori acrilici in una scodella trasparente piazzata sotto uno strano aggeggio che poi proietta sulle quinte quei giochi di macchie tipo caleidoscopio che una mia amica più grande mi ha insegnato a fare sulle magliette usando la varichina… tutto normale. E poi ancora avrei indugiato con lo sguardo subito sotto il palco, ad ammirare le seducenti sinusoidi tracciate da quattro groupies scalmanate che fanno oscillare il bacino raccogliendo i lunghi capelli sopra la nuca e avrei dato di gomito al mio amico sussurrando ammiccante: “Foxy!” …sempre tutto normale.
Normale… finché la bolla di sapone non scoppia e si ritorna al futuro.
Cosa pensare, dunque, dello show dei Radio Moscow? Perché di show si è trattato: atmosfere, suoni, proiezioni, strumenti, ampli e pedali, perfino il look, tutto è pensato per farti rivivere una stagione, una pagina di storia, un ricordo felice di quando, almeno chi scrive, non era ancora neanche uno spermatozoo. Beh, nostalgici e matusa siano pronti ad incontrare i loro nuovi idoli, perché i 3 dell’Iowa sono un concentrato di blues-rock psichedelico da antologia. Ma non come quegli aborti dei Jet o dei Wolfmother, I’m talking about the real shit, man! E tutti gli altri, anzi, e noialtri? Questione di cultura: se ne avete, bene, li avreste apprezzati, i Radio Moscow! Se non ne avete ma siete quei bei tipi aperti e curiosi che normalmente attira la buona musica, beh, penso che avreste potuti apprezzarli comunque, con quella forza conturbante e psico-attiva nelle melodie, una palette di ritmi dallo swing micione al rock’n'roll nudo e crudo e quella naturalezza sorridente e niente affatto me-la-tiro da ragazzi di campagna. Se invece ne avete poca e vi credete stocàzzo allora vaffanculo!
R’N'R’
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