a cura di Christian Panzano
Una metrica precisa, una chitarra con screziati overdubs, una voce che mostra cure scrupolose e linearità gradevoli. Stefano Alì, classe 1978, esordisce su La vigna dischi e si inserisce in un filone cantautorale tra i più interessanti nel panorama odierno. In questi ultimi anni abbiamo assistito a una antologia sicula musicalmente parlando. Dalla Palermo di Antonio Di Martino alla Messina Toti Poeta, dalla Marsala di Pierpaolo Marino a un evergreen catanese come il grande Cesare Basile, fino ad arrivare a Colapesce. Ed è proprio quest’ultimo a patrocinare e produrre il nostro Alì, sicuramente in tempi per niente sospetti e con un discreto esordio discografico. In La rivoluzione nel monolocale se di poesia è azzardato parlare, allora parliamo di possibili assonanze sonore applicate ad una prosa ricercata e asciutta. Credo che nel mare magnum della canzone d’autore nostrana i siciliani di cui sopra stiano dimostrando una capacità di autodifesa e riproduzione artistica al netto del copia e incolla usa e getta (Battisti, Gaetano, De Gregori, Guccini su tutti). Per Alì i riferimenti sono sicuramente extraitaliani (e finalmente verrebbe da dire) e su tutti i Wilco credo abbiano abbondantemente fatto un certo effetto lisergico al cantautore catanese, siracusano di adozione. C’è molto del Jeff Tweedy di Hell is chrome, con voce soffiata e umilmente riposta sotto l’ala di una chitarra dai lunghi coltelli. Ascoltate in parallelo Armata fino ai denti e Per la gioia di woodoo. Le nostre bocche incollate forse pecca di una certa scottatura pop, ma il testo gioca con sillabe di cobalto, pioggie di scirocchi e mondi in festa. Magicamente un capolavoro. Maggio è una ballata soft con puntine arrugginite di tanto tempo fa. Cash riecheggia un vita perduta insieme a Continuo a vendere oro che non fa sconti a nessuno, fidatevi. New York è lasciata libera di essere urlata, a briglia sciolta in un pulviscolo di indie pieno di saliva e qui ritorna il graffiato alla Wilco, senza scrupoli di sorta. C’è anche tempo per rendere omaggio a Paolo Conte con la cover di il miglior sorriso della mia faccia e quale miglior momento per dimostrare cosa è per un uomo la solitudine, la fatica, la stanchezza. Di quella miscredenza contiana, Alì ne trae un quadretto tutto suo niente male, indubbiamente personale. Ci si perde in Roulette con sbalzi shoegaze iniziali e chitarra sognante che fa da tappeto imperituro alle parole piegate dalla fiamma incandescente. Sul finire ritorna il cantato trasecolante, una cassa armonica lignea da delay naturale in racconti di viaggi. Un’ottima prova d’autore, un ottimo esordio.
Anno 2013
Label: La vigna dischi
Tracklist
1 Armata fino ai denti
2 Per la gioia di woodoo
3 Le nostre bocche incollate
4 Maggio
5 Cash
6 Continuare a vendere oro
7 New york
8 Il miglior sorriso della mia faccia
9 Roulette
10 Racconti di viaggi
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