«

»

mar 11

Atoms For Peace – AMOK

Mi colpisce come un fulmine a ciel sereno questo esordio degli Atoms For Peace, supergruppo composto da Thom Yorke, leader e mente assoluta dei Radiohead, Flea, bassista dei Red Hot Chilli Peppers, Nigel Godrich produttore dei già citati Radiohead, Joy Waronker batterista per i R.E.M. e per Beck, ed il percussionista Manuel Refosco già collaboratore di eccellenze quali Brian Eno e David Byrne. E davvero, o si stanno diffondendo a macchia d’olio, oppure solo io ero rimasto all’oscuro di questa cospirazione musicale. È dal tempo di Harrowdown Hill che il boss Yorke ha radunato questo manipolo di artisti ma chissà se già da allora stava preparando questo lavoro in studio; e chissà cosa ha spinto Yorke a selezionare una rosa così eterogenea per la squadra, provenendo ogni membro da un background di esperienze così diverse tra loro, ma come dimostra questo Amok, profondamente amalgamabili.  Tutto piuttosto in stile “new-radiohead”, la mente di Yorke tiene in piedi il progetto, e lo si capisce dalla comunicazione, dal sito dedicato, dalla grafica che contraddistingue questo lavoro. E soprattutto, lo si capisce dalla musica stessa.

L’album si apre con una splendida Before Your Very Eyes, brano che personalmente mi ricorda tantissimo il The King Of Limbs, anche se lievemente più evoluto con quei suoni che si spingono un po’ oltre, ma la voce di Yorke dona uno stampo caratteristico davvero inconfondibile. Default è strampalata, ma ricca di suoni pieni, anche in questo caso rigorosamente sintetici; è la malattia di Yorke che prende forma grazie alle performance dei suoi nuovi collaboratori che lo aiutano a renderla virale e contagiosa. Già dal secondo brano si apprezza tantissimo il sapiente intrecciarsi di voce e suoni, ed è davvero un esempio di come le parole dell’eccentrico leader dai Radiohead siano davvero note musicali all’interno di una melodia in perpetua evoluzione, difficile da ricordare, mai ridondante ma simile ad una specie di culla dal movimento sincopato. Anche Ingenue sorprende sin dall’inizio, con quel suono stonato che forma una melodia un po’ inquietante, e quell’entrata di ritmica liquida, cavernosa, dalla quale si sentono già i primi echi della voce di Yorke da lontano. Dropped ha un incedere più sicuro: i pochi suoni arpeggiati e la voce delicata precedono un’apertura ritmica che cambia il volto del brano, rendendolo ancora più vigoroso in contrasto alle parole dilatate di Yorke. Si torna poi nell’oscurità con Unless, atmosfera davvero tenebrosa ma profondamente intellettuale, una preghiera in crescendo con un equilibrio delle parti un po’ difficile da percepire al primo ascolto ma talmente bello e puro da rendere questo brano un vero e proprio gioiello. Stuck Together Pieces è il pezzo che fa muovere la testolina, con quel suo ritmetto ammiccante e perpetuo, sul quale si poggia un arpeggio di chitarra che ricorda un po’ i Radiohead di 5 anni fa, un brano che scivola via con una semplicità estasiante. Judge, Jury and Executioner ci fa tornare un po’ nelle tenebre, cori distanti fanno da collante per un ritmo scandito dai clap, e dal solido basso di Flea che è forse il vero protagonista di questo pezzo. Permane l’alternanza, perchè Reverse Running si apre con un ritmo già più rapido e deciso, sul quale si innesta anche in questo caso un giro di chitarretta e l’inconfondibile voce: anche in questo caso è la delicatezza e la sobrietà dei vari suoni che compongono l’impasto di Amok a rendere il tutto davvero magico, con una maestria eccezionale anche quando in chiusura entra quel synth zanzaroso che non disturba ma impreziosisce il brano. Si chiude infine con la title-track, perfetto manifesto di ciò che sono questi Atoms For Peace, epilogo di un suono contemporaneo nato embrionalmente con la registrazione di Harrowdown Hill, e maturato anni dopo sotto questa forma davvero convincente.

Un progetto concreto insomma, funzionale, dove tutto è perfettamente equilibrato e mai invasivo, una sorta di evoluzione dei Radiohead ed il manifesto del fatto che Thom Yorke tramite la sua genialità con la musica può far davvero ciò che vuole. Niente di nuovo o di così innovativo da lasciare a bocca aperta per carità, ma un album che ha il suo perché, che non ha di sicuro la pretesa di posizionarsi in cima alle classifiche, un album nel quale il leader dei Radiohead vuole uscire da questo ruolo e sperimentare la contemporaneità, supportato da validi collaboratori per continuare ad esplorare la musica e non smettere di sorprenderci. Due date in Italia a luglio, a Roma il 16 e a Milano il 17, e poi chissà quali altre sorprese ci riserveranno questi guru della musica messi assieme; speriamo come con The King Of Limbs in un bel controalbum di remix.

 

Anno: 2013

Etichetta: XL

Tracklist:

  1. Before Your Very Eyes
  2. Defalut
  3. Ingenue
  4. Dropped
  5. Unless
  6. Stuck Together Pieces
  7. Judge, Jury and Executioner
  8. Reverse Running
  9. Amok

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>