Guellarè (“bambino” in Arabo) è una delle tante parole rimaste impigliate nel ricchissimo dialetto Calabrese a testimonianza delle contaminazione fra i popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La Calabria di Guellaré è crocevia di culture ,saperi , drammi, speranze. Il “Suono” per Cataldo Perri è richiamo della memoria : le voci dei mercanti, la risacca del mare, le storie e le tante suggestioni che rimandano all’antica matrice del “Mare Nostrum”.
‘Il Mio Sud’ è amore e indignazione, perché è anche così che si deve raccontare il Sud, terra di partenze ma anche di speranze e accoglienza per i tanti fratelli che rincorrono un sogno di felicità e che troppe volte trovano la morte sulle loro carrette di mare ( “ Il sangue dei migranti non ha il colore della pelle, è rosso del dolore degli erranti della terra”) .
La Tarantella diventa ‘Tarabella’, esempio di come la danza pietra miliare identitaria del Sud, partendo dalla tradizione possa diventare anche nuovo linguaggio espressivo. Un linguaggio pregno di contaminazioni e che nella title Track ‘Guellarè’, si fa musica e suono.
Il sud e la cultura della famiglia , il rapporto coi genitori , la loro tenerezza nell’essere coppia e la loro tenacia nell’ andare oltre le macerie di una guerra per offrire ai figli una condizione socio economica migliore; ‘Il Tempo e il pudore’ non ci hanno permesso troppe volte di testimoniare loro affetto e gratitudine. Il paradosso della comunicazione attraverso i social-network , la richiesta di amicizia su “Faciepuke” di una paziente trentennale di Perri : “dottò t’hai chiest l’amicizzia e tu nent..” le ossessioni psicodrammatiche del mondo virtuale di “eternit” di un Sud umile. ‘Controvento’ è il sussulto di dignità dei pescatori di Cariati che preferivano buttare il pescato sulla battigia piuttosto che svenderlo al racket del pesce. Il mare nel percorso artistico di Perri è una costante ed è fonte di vita, di scambi ma a volte teatro di tragedie come quando 12 pescatori calabresi persero la vita in una ‘Malanottata’ del Capodanno 1974.
Ricco come i colori del Mediterraneo, Guellarè ha posto per la nostalgia della magia dell’infanzia ‘Nel vento d’Africa’ e l’auspicio che i popoli non vengano distinti in base al colore della pelle ma riconosciuti come una parte de ‘L’anima du munnu’.
‘Una battente per Faber’ è la preghiera laica omaggio al più grande poeta italiano contemporaneo, Fabrizio De Andrè.
Guellarè è interamente arrangiato e suonato da “Lo Squintetto” : Piero Gallina,Enzo Naccarato, Nicola Pisani, Carlo Cimino, Checco Pallone. Ospiti del disco : Rosa Martirano, Ouadie Farhat, Alessandro Castriota Skanderbeg, Serena Ciofi, Lorenzo Aristodemo
“In Guellarè c’è uno sguardo narrativo, epico, più che struggente nei confronti del tempo che passa e della vita in generale. Per questo motivo, più che nostalgia, mi piace definire questo sentimento con un neologismo : ‘Struggenza’, cioè uno struggimento pieno di potenza, che bandisce i piagnistei e le lamentele ed esalta, senza retorica, la
forza della bellezza, dell’amore, della vita.”. Firmato Carmine Abate.
Rewind di MK Records
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