«

»

giu 16

La Calabria di Guallarè

Cataldo Perri. Foto di Area Locale

Guellarè (“bambino” in Arabo) è una delle tante parole rimaste impigliate nel ricchissimo dialetto Calabrese a testimonianza delle contaminazione fra i popoli che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La Calabria di Guellaré è crocevia di culture ,saperi , drammi, speranze. Il “Suono” per Cataldo Perri è richiamo della memoria : le voci dei mercanti, la risacca del mare, le storie e le tante suggestioni che rimandano all’antica matrice del “Mare Nostrum”.
‘Il Mio Sud’ è amore e indignazione, perché è anche così che si deve raccontare il Sud, terra di partenze ma anche di speranze e accoglienza per i tanti fratelli che rincorrono un sogno di felicità e che troppe volte trovano la morte sulle loro carrette di mare ( “ Il sangue dei migranti non ha il colore della pelle, è rosso del dolore degli erranti della terra”) .
La Tarantella diventa ‘Tarabella’, esempio di come la danza pietra miliare identitaria del Sud, partendo dalla tradizione possa diventare anche nuovo linguaggio espressivo. Un linguaggio pregno di contaminazioni e che nella title Track ‘Guellarè’, si fa musica e suono.
Il sud e la cultura della famiglia , il rapporto coi genitori , la loro tenerezza nell’essere coppia e la loro tenacia nell’ andare oltre le macerie di una guerra per offrire ai figli una condizione socio economica migliore; ‘Il Tempo e il pudore’ non ci hanno permesso troppe volte di testimoniare loro affetto e gratitudine. Il paradosso della comunicazione attraverso i social-network , la richiesta di amicizia su “Faciepuke” di una paziente trentennale di Perri : “dottò t’hai chiest l’amicizzia e tu nent..” le ossessioni psicodrammatiche del mondo virtuale di “eternit” di un Sud umile. ‘Controvento’ è il sussulto di dignità dei pescatori di Cariati che preferivano buttare il pescato sulla battigia piuttosto che svenderlo al racket del pesce. Il mare nel percorso artistico di Perri è una costante ed è fonte di vita, di scambi ma a volte teatro di tragedie come quando 12 pescatori calabresi persero la vita in una ‘Malanottata’ del Capodanno 1974.
Ricco come i colori del Mediterraneo, Guellarè ha posto per la nostalgia della magia dell’infanzia ‘Nel vento d’Africa’ e l’auspicio che i popoli non vengano distinti in base al colore della pelle ma riconosciuti come una parte de ‘L’anima du munnu’.
‘Una battente per Faber’ è la preghiera laica omaggio al più grande poeta italiano contemporaneo, Fabrizio De Andrè.
Guellarè è interamente arrangiato e suonato da “Lo Squintetto” : Piero Gallina,Enzo Naccarato, Nicola Pisani, Carlo Cimino, Checco Pallone. Ospiti del disco : Rosa Martirano, Ouadie Farhat, Alessandro Castriota Skanderbeg, Serena Ciofi, Lorenzo Aristodemo
“In Guellarè c’è uno sguardo narrativo, epico, più che struggente nei confronti del tempo che passa e della vita in generale. Per questo motivo, più che nostalgia, mi piace definire questo sentimento con un neologismo : ‘Struggenza’, cioè uno struggimento pieno di potenza, che bandisce i piagnistei e le lamentele ed esalta, senza retorica, la
forza della bellezza, dell’amore, della vita.”. Firmato Carmine Abate.

Rewind di MK Records

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato!

Puoi usare i seguenti tag HTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>