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apr 04

The Postal Service – Give Up

Cosa dire di uno degli album più venduti dalla Sub Pop Records, storica etichetta discografica stanziata a Seattle, artefice di lavori come Wincing The Night Away o Bleach, che non sia stato ancora detto?
Quali altre parole spendere a favore dei The Postal Service, commovente duo electro pop/indie rock capitanato da Ben Gibbard (guru della scena indipendente statunitense – e non) e Dntel, voce e programmatore dei Figurine?
Ma soprattutto: cosa dire ora, quando la band, dopo un’assenza dalle scene di oltre dieci anni, ha clamorosamente annunciato la propria reunion?
È con questo spirito di autentica apprensione che, pertanto, mi approccio a Give Up, omonima ristampa di quella vera e propria pietra miliare musicale degli anni zero uscita nel lontano 2003 e subito acclamata con un’ovazione tanto clamorosa da far scoppiare ovunque piccoli fuochi d’isteria collettiva.
Il disco, fatto ormai noto, è qualcosa di assolutamente sensazionale; riascoltarlo a distanza di così tanto tempo, di così tante vite trascorse, non può far altro  che riportare alla memoria quei momenti di sana ed intima commozione, quando una qualsiasi The District Sleeps Alone Tonight sembrava rivolgersi proprio – ed esclusivamente – a te.
«I am a visitor here / I am not permanent / and the only thing keeping me dry is / where I am … ».
Bei tempi, l’adolescenza.
Ricordo, però, che dopo una serie di voraci ascolti, realizzai che l’album, caratterizzato da tortuosi tappeti elettronici a base di gelidi drum beats e romantici sintetizzatori (una specie di “new” New Order), era gravato da una certa ripetitività, o meglio dalla sensazione che Gibbard & socio avessero sparato le loro cartucce migliori fra la prima e la quinta traccia del CD, lasciando poi che i minuti scorressero nella riproposizione delle stesse atmosfere, smontate e rimontate ad hoc.
Della serie: dopo vette così elevate, andare ancora più in alto era di fatto impossibile.
È questa una sensazione che mi attanaglia ancora oggi: stessa emozione, stesso incanto, stessi errori.
Parlando più in dettaglio della ristampa in uscita il 9 aprile, cosa spingerebbe il tirchio ascoltatore/fruitore medio di musica contemporanea ad andare in negozio e comprare una copia fisica di Give Up, piuttosto che aggiungerlo alla lista dei download su aMule?
In primo luogo, la presenza di un bonus disc, oltre all’originale, contenente rarità, rivisitazioni celebri del repertorio Postal Service ad opera di Shins ed Iron & Wine, cover (Against All Odds, dell’immenso Phil Collins) e b – side.
Secondo, la certezza di possedere realmente ed in modo tangibile il sudore artistico di una delle realtà più interessanti dell’ultimo decennio.

Tracklist

Disco 1:

01. The District Sleeps Alone Tonight
02. Such Great Heights
03. Sleeping In
04. Nothing Better
05. Recycled Air
06. Clark Gable
07. We Will Become Silhouettes
08. This Place Is a Prison
09. Brand New Colony
10. Natural Anthem

Disco 2:

01. Turn Around
02. A Tattered Line of String
03. Be Still My Heart
04. There’s Never Enough Time
05. Suddenly Everything Has Changed
06. Against All Odds (Take a Look at Me Now) (Phil Collins cover)
07. Grow Old With Me
08. Such Great Heights (John Tejada Remix)
09. The District Sleeps Alone Tonight (DJ Downfall Persistent Beat Mix)
10. Be Still My Heart (Nobody Remix)
11. We Will Become Silhouettes (Matthew Dear Remix)
12. Nothing Better (Styrofoam Remix)
13. Recycled Air (Live on KEXP)
14. We Will Become Silhouettes (performed by the Shins)

Anno: 2013
Genere: electro pop / indie rock
Etichetta: Sub Pop Records

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