a cura di Francesco Bonistalli
Firenze, 27 marzo 2013. Fossi rimasto con gli occhi chiusi avrei giurato di trovarmi a un rent party di Chicago dove si suonava il blues. Invece li apro e scorgo stradine strette, chiese, chiesine, cupole e campanili: siamo nel centro di Firenze. Più precisamente alla NOF Gallery in Borgo San Frediano, a due passi dalla basilica di Santo Spirito.
Qui si fa sul serio! La serata è una completa immersione nel blues più autentico. Una jam session che fa molto fifties, dai quali vengono ripescati i pezzi più famosi dei mostri sacri di quegli anni, da “i tre King del blues” a Albert Collins passando per Robert Johnson e Buddy Guy, suonati con grande disinvoltura dalla Barontini Blues Band accompagnata per l’occasione dalla presenza del bluesman pratese Marco Bana Pieraccini.
La band è una formula vincente che (da anni) infiamma i locali toscani e che fa ritrovare lo sprint agli spettatori più esibizionisti che non si accontentano di ascoltare, ma che vogliono partecipare. Ed è un meccanismo che non si inceppa nemmeno quando cominciano a susseguirsi sul palco i vari jammers, che si destreggiano tra i classiconi del soul, swing, funky-blues e shuffle.
Insomma per chi in tempo di crisi non può permettersi un viaggetto negli States, là dove il blues è nato, la Barontini Band è molto di più di un ottimo ripiego.
1 commento
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11 aprile 2013 a 23:19 (UTC 1)
fantastico articolo, il blues vive al nof