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apr 28

Nancy Elizabeth – Dancing

a cura di Marco Valchera

In seguito a un lungo tour che l’ha portata in luoghi più disparati, Nancy Elizabeth ha deciso di costruirsi un piccolo studio nel suo appartamento di Manchester con al centro un pianoforte e chitarre appese alle pareti. In questo clima è nato Dancing, terzo album che segue Battle And Victory (2007) e Wrought Iron (2009), acclamato dalla critica internazionale per le sue atmosfere malinconiche e rarefatte. Il titolo potrebbe trarre in inganno, ma si riferisce soltanto al processo creativo che ha coinvolto l’artista: nelle ore notturne, intenta nella scrittura e nella musica, la ventinovenne, originaria di Wigan, ha percepito il passaggio inesorabile del tempo, concepito sottoforma di ritmo, suoni e movimento. Dancing è tutt’altro che un prodotto dance commerciale: nonostante l’elettronica sia presente nelle dodici composizioni, il cuore è costituito da un neo folk che si avvicina maggiormente a Simone White, Beth Jeans Houghton, fino ad arrivare ad echi di Kate Bush. Ciò che si ascolta è rappresentato figurativamente dall’artwork realizzato dalla stessa Elizabeth: il sole sorge su un gruppo di case, mentre la luna è ancora in cielo. Dancing vive proprio di questa dicotomia: solare e lunare, gioioso ma solitario, arioso ma domestico, colpisce l’ascoltatore grazie alla capacità di immergere in una nuova dimensione spaziale, onirica e di ampio respiro. Per questo il suo folk richiama alla memoria un’altra giovane songwriter, Marissa Nadler: la capacità di intessere liriche toccanti (sebbene quest’ultima prediliga, spesso, il tema della morte e della caducità dell’esistenza umana) con l’accompagnamento di pochi strumenti, un’acustica, le note di un pianoforte, accomunano la Elizabeth alla statunitense.
Il primo singolo, The Last Battle, si apre con dei gorgheggi alla Beath Jeans Houghton per poi evolversi in un brano folk a metà strada tra la solennità della Nadler e le tinte di una Amy McDonald più impegnata. In una struttura a ringkomposition il finale vede riemergere i dettagli vocali dell’apertura, mentre le liriche si soffermano su una frase emblematica: I won’t be the devil’s whore, no more, no more. Nella successiva Heart la delusione d’amore abbraccia il pianoforte, ma non ci troviamo di fronte a una ballata romantica: l’elettronica incupisce la struttura richiamando Susanne Sundfør, ma smussata dei suoi toni più dark. In Indelible Day sembra di ascoltare Marina & The Diamonds, prima che si ubriacasse della dance alla Katy Perry, quella di canzoni come Numb o Rootless; Mexico, sorretta da un pianoforte classico alla Tori Amos, schiera parole non sense, in un clima etereo e intangibile, sull’esempio della geniale e sottovalutata Cortney Tidwell. Simon Says Dance coniuga il pianoforte a sintetizzatori, nel tentativo di creare un brano quasi ambient ma dagli esiti più “commerciali”: è l’ennesima dimostrazione di quanto elitaria sia la musica della Elizabeth. Death In A Sunny Room, con la sua lunga introduzione al piano, si veste di classicità, lambendo Agnes Obel, arricchita da un’arpa che impreziosisce una delle tracce migliori di Dancing. Dopo Debt, un ottimo numero neo folk, Shimmering Song si perde un po’ tra un arrangiamento di pianoforte e campanelli e voci quasi orientaleggianti e favolistiche. All Mouth segue la stessa strada del convincente Silver, Silver di Simone White: un breve interludio, giocato sull’elettronica. Raven City è una lunga elegia che guarda alla madre del dreamy folk, Kate Bush: forse troppo opulenta, è, comunque, un ennesimo tassello del mondo fantastico imprigionato in questo album. La chiusura si affida a Desire, sulla scia di ciò che l’ha preceduto, e Early Sheep, sullo stile di My Brightest Diamond.
Nonostante, nel finale, Dancing si mostri troppo omogeneo, come se l’urgenza di comunicare si fosse esaurita nella prima metà dell’album, Nancy Elizabeth riesce, comunque, ad incantare e a riconfermarsi come un talento puro della scena alternative inglese.

Label: Leaf
Anno: 2013

Tracklist

1. The Last Battle
2. Heart
3. Indelible Day
4. Mexico
5. Simon Says Dance
6. Death In A Sunny Room
7. Debt
8. Shimmering Song
9. All Mouth
10. Raven City
11. Desire
12. Early Sleep

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