Evolv è un viaggio ipnotico dietro il velo che sta dietro il mondo apparente. E’una pillola rossa dalla quale non si può tornare indietro poiché si resta affascinati dalla bellezza del mondo che respira e vive la sua vita inconsciamente, quasi senza accorgersene. E’pura emozione, gioia, voglia di scoprire. Il suono che si cela dietro questo progetto ha il nome di Stephen Perez, un tizio di Chattanooga troppo grande per essere piccolo, ma anche troppo fanciullo per essere considerato adulto. Forse è un personaggio immaginario, uno di quelli che ci accompagna durante la nostra vita immaginaria. E ci rimbocca le coperte quando stiamo male o siamo troppo stanchi per farlo da soli. Ed invece di raccontarci storie banali e traumatizzanti su Cappuccetto Rosso, od il lupo che si mangia la pecora, ci suona un mondo intero e ce lo fa immaginare mentre chiudiamo gli occhi. Ecco la tranquillità placida di Alone, Yet Safe, perfetta introduzione a Thoughtless Thoughts, una panoramica introduttiva che disvela una verità dalla quale a volte ci ridestiamo senza volerlo; oppure l’intimità nostalgica che si avvicina pericolosamente agli episodi più eleganti dei Mogwai in Lego Eye. Il tutto suonato ed arrangiato in completa autonomia, dalle tastiere alla chitarre, alternando Glockenspiel e Viola.
Una cascata di suoni che scende dolcemente da altezze siderali, dietro la quale si nasconde Joining Hands. Oppure la placidità di un lago alle pendici di un monte brulicante di verde e colori per la primavera incombente. La natura che si riappropria del suo spazio, incrociando i bit digitali in Washedway. Reale e virtuale che si fondono, come immaginato già in passato da gruppi come i Sigur Ros. Ma senza esaltare la specificità locale come fanno gli islandesi. Evolv fa parlare solo i suoni, andando da Occidente ad Oriente, grazie ad i campanellini di Oddscience, ed accomunando l’intero pianeta grazie al bello. L’ideale di bello. Pure estetica del suono. Come in What Came Over, dove la suite ambient viene accarezzata come si fa con un cucciolo bisognoso di cure. La bellezza ha bisogno di essere curata, ha bisogno di attenzioni, e di buoni sentimenti. E’troppo fragile se viene esposta alla corruzione ed al marciume fisico e spirituale, e non c’è bisogno di Dorian Gray per ricordarcelo. Chiusura con due pezzi che più visuali non si può: l’ascensione finale che porta il nostro Evolv tra le nuvole, in quel perfetto stato di preveglia che sembra avvisare che il viaggio è finito. Siete già svegli o state ancora sognando?
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