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giu 14

CLOSE – Getting Closer

Esce in questi giorni Getting Closer, parto della mente di Will Saul che si reinventa in questo progetto chiamato CLOSE, una join venture di produttori, collaboratori e cantanti davvero ben riuscita. Dei dieci brani prodotti, nessuno suona a sè stante, ma questo lavoro profuma quasi di concept album ad ascolto ultimato, una miscela di sonorità sperimentali che inizialmente possono dare l’impressione di già sentito, ma che una volta assimilato sprigiona una freschezza non indifferente. La caparbietà di Saul è stata appunto quella di concepire un album vero e proprio, e non una semplice raccolta di brani: l’ascolto è pensato, indirizzato, ed indirizza altrettante emozioni e sensazioni brano dopo brano; è davvero questo il punto di forza di Getting Closer, e avviciniamoci all’ascolto allora.

 

Charlene Soraia con la sua soave voce e October con i suoi beat di radice tecnoide, confezionano I Died 1000 Times che è il brano di apertura, settando atmosfere soft che non turbano affatto l’ascolto ma introducono ad uno stato d’animo rilassato (“sit, back, relax” sono le prime parole..); suoni sintetici, cantato sussurrato, parte ritmica appena accennata, è questo l’impasto di questa open track. Rimaniamo in scia, ma con un beat e una struttura un po’ più ossificata con OSCAR: i suoni sono i tipici della dance un pò retrò, rielaborati con il gusto contemporaneo; il tutto ci fa muovere la testa ma senza esagerare, ci fa percepire l’input danzereccio ma con un approccio morigerato, perchè i tappeti che compongono le melodie sono ancora i padroni della scena sonora. Arriva poi la vera e propria poesia interpretata da Joe Dukie, con My Way, brano che in questo album è confezionato sotto forma di remix ad opera di Tanner Ross & Slow Hands: siamo di fronte ad un’opera eccelsa, tutto il contrario di quello che ci si aspetta da un remix, ovvero la privazione di tutto ciò che c’è di ritmico, è un remix unplugged (la versione originale infatti, presenta una struttura ritmica), è l’esempio classico di come pochi suoni ben selezionati e ben disposti nel brano facciano di esso un vero capolavoro. Si riprende un po’ di beat con Cubizm, brano strumentale con un arpeggio predominate e qualche divagazione in chiusura, una marcetta slow che strizza un po’ l’occhio a tutto il circuito nu-disco. Il brano seguente invece ammicca alla dub: torna October che insieme ad Appleblim e Tikiman confezionano questa Born In A Rolling Barrel, un brano dilatato e disteso che non ha nulla da invidiare alle moderne produzioni dub elettroniche in stile Deadbeat o Deepchord (e non a caso i vocal sono affidati al guru dei Rhythm Of Sound). Time Fades è il punto di incontro e di svolta, una sfumatura leggera, una partenza in sordina che nel primo minuto cresce fino a confermarsi ottimo brano dance, strumentale come il suo predecessore in quarta posizione: episodi che sembrano isolati ma che in realtà sono il collante per il crescendo dell’intero album. Torna la poesia in questo continuo alternarsi, Fink firma Wallflower e anche in questo caso pochi suoni, un beat appena accennato e una voce che sembra balsamo per le orecchie, con le sue ripetizioni che ti si fissano in testa e ti accompagnano per l’intera giornata fino al tramonto del sole. Arriva poi Future Love, uno dei brani più contemporanei dell’album, bella imposizione post-dubstep alla Burial-maniera, poche voci in downpitch, delay in un saliscendi di synth, insomma tutte quelle componenti che o ami o detesti, ma che nel contesto di questo lavoro si incastrano alla perfezione. Torna la voce femminile di Charlene Soraia questa volta a braccetto coi suoni di Scuba, e la hit è presto servita: Beam Me Up è dance intelligente, quel ballabile leggiadro e frivolo, assolutamente non pesante, attuale, d’elite ma di quel chic non presuntuoso che cerca di affacciarsi al pubblico un po’ più vasto. Chiude il tutto Inside, l’ennesimo sguardo al futuro, ritmo sostenuto e deciso quasi jungle, a completare l’eterogeneità di un progetto che si incasella a pieno titolo tra i migliori del momento. Avanguardia con un occhio di riguardo nell’attingere elementi dal passato, giusti equilibri vocali e sonori, nessuna pretesa di sconvolgere il panorama elettronico attuale, ma semplicemente un piacere da ascoltare.

 

Etichetta: !K7

Anno: 2013

 

Tracklist:

01. I Died 1000 Times feat. Charlene Soraia & October

02. OSCAR

03. My Way feat Joe Dukie (Tanner Ross & Slow Hands remix)

04. Cubizm

05. Born In A Rolling Barrel feat. Tikiman October & Appleblim

06. Time Fades

07. Wallflower feat. Fink

08. Future Love

09. Beam Me Up feat. Charlene Soraia & Scuba

10. Inside

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