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lug 12

Arctic Monkeys @ Ferrara Sotto le Stelle

Ma che v’è successo ragà? Cosa vi han sciolto nel Sangiovese che avete bevuto a cena? Avete forse cambiato spacciatore? Perchè io vi ricordo la prima volta che vi ho visti, al Traffic di Torino sei anni fa (ed il giorno precedente o successivo, non ricordo, la prima volta a Ferrara), tutti timidini, piantati con dei picchetti su un palco forse troppo grande per voi, immobili ma di certo impeccabili, sembravate quasi fuori luogo, in prestito, eravate lì perchè dovevate esserci, tant’è che la mia domanda a quel tempo fu “bah, ma cioè, si rendono conto che stan facendo una cosa divertente o si stanno annoiando?”. A distanza di sei anni e con un paio di album in più ve ne siete resi conto, ci avete regalato uno show senza precedenti: son cresciuti questi Arctic Monkeys (e finalmente!), ma soprattutto si è svegliato il frontman Alex Turner, uscito da quel torpore adolescenziale e adesso in preda all’ormone e all’adrenalina trascina il quartetto di Sheffield in una performance mozzafiato. Ma come sempre, procediamo con ordine.

 

0114? perchè?

Miles Kane in apertura

Arrivo un po’ di corsa in città, ma trovo come sempre parcheggio: sono le 20:28 di una giornata piuttosto afosa a Ferrara, e già dal primo pomeriggio in cui mi trovo a girare un po’ le vie centrali per lavoro, inizio a notare alcuni gruppetti di ragazzotti “in trasferta”, muniti di zaini e sneaker comode per affrontare la giornata e soprattutto la serata che li aspetta. Mi incammino lungo via San Romano, cuore del centro storico e tragitto che mi porterà prima in piazza Trento Trieste e subito a seguire ai piedi del Castello: durante il mio percorso i gruppetti si moltiplicano a vista d’occhio, il fermento è palpabile ed è davvero bello percepire la vitalità della città estense in queste occasioni. Avvicinandomi alla meta ed iniziando a sentire un pò da lontano il suono di Miles Kane, mi meraviglio nell’incappare nel “biglietti! compro biglietti in più, biglietti…” di alcuni bagarini, cosa che mai avevo notato nelle scorse edizioni del festival, e realizzo che questa data annunciata da tempo sold out, è davvero una data importante. Mi precipito all’interno di una piazza Castello ormai già gremita ed incredibilmente partecipe alla potenza di Miles Kane, che insieme ad una band all’altezza sfodera un rock fresco e coinvolgente, ricco di energia, davvero la giusta miscela per far carburare il pubblico in attesa degli Arctic Monkeys. Non sono neanche le nove, ma l’atmosfera è davvero già frizzante, mi guardo un po’ attorno e scorgo una tipologia di pubblico variegata: tanti (ma soprattutto tante) indossano t-shirt e canotte col nome degli headliner, altri le solite magliette dei gruppi più disparati (si passa dagli Iron Maiden agli Arcade Fire, giusto per far capire che i fan delle scimmie artiche ascoltano un po’ di tutto), qualcuno è mascherato da scimmietta, per deformazione professionale e forse per restare in tema con i primati noto anche t-shirt di Paul Frank, ma l’occhio mi cade su un gruppo di ragazzi e ragazze che tracannano bottiglie che hanno la parvenza di contenere limonata alcolica, mi viene sete e mi avvio a prendere una birra, tanto c’è il cambio palco e non mi perdo nulla. Indietreggiando al chiosco, non posso evitare di evidenziare che nonostante il pronosticato soldout, l’organizzazione ha allestito solo 4 wc chimici e le code per evacuare i propri liquidi corporei in questa calda giornata è davvero lunga. Poco male, prendo la mia birretta e provo a riportarmi in una zona più centrale; tornando sui miei passi le mie orecchie vengono colpite da lingue straniere, alla faccia di chi sostiene che Ferrara Sotto le Stelle non contribuisce all’aumento del turismo in città. Il tempo di raggiungere poi alcuni amici, ed un fragoroso frastuono del pubblico ci fa capire che gli Arctic Monkeys stanno per salire sul palco, quindi proviamo a guadagnare una posizione più favorevole per goderci il concerto; pressochè impossibile, la gente è davvero tanta e rimaniamo un po’ sulle retrovie, in quella zona a destra dove piazza Castello ha un leggero rialzo che ci dà l’illusione di poter vedere meglio. Provo a scorgere un po’ gli outfit degli inglesi che si presentano piuttosto in forma davanti al loro pubblico: nulla da segnalare per la parte ritmica composta da Matt alla batteria e Nick al basso, sobrietà composta da camicia, giacca e cravatta invece per Jamie alla chitarra che probabilmente patirà un caldo da disgraziato per tutto il concerto (forse vittima di uno scherzo dei compari del tipo “dai che domani ci vestiamo tutti in giacca e cravatta!!”), e strafottenti occhiali da sole per il frontman Alex, che già da subito fa intuire una marcia in più a livello di verve rispetto al passato.

Alex Turner con il suo look "finalmente-ho-capito-di-essere-una-rockstar"

Due gigantesche lettere composte di lampadine, una A e una M sono la perfetta ed essenziale scenografia per un concerto in cui è la musica a padroneggiare, anche se c’è da dire che lo spettacolo luminoso di contorno ha impreziosito non di poco l’intera performance. L’inizio è parzialmente titubante, con un nuovo brano che sarà contenuto nel nuovo album (AM appunto, anche se il brano in questione, ovvero Do I Wanna Know?, è già uscito come singolo ), il pubblico risponde fondamentalmente perchè non vedeva l’ora di lasciar andare l’adrenalina accumulata durante l’attesa; ma è con la successiva combo di Brainstorm e Dancing Shoes che riescono a coinvolgere il pubblico dei quasi cinquemila intervenuti. Già da questi primi brani, si scopre la maturazione di Alex Turner, che ha preso molta più confidenza con sè stesso, ben lungi da quelle prime apparizioni in cui si limitava a presentare al massimo i brani e a salutare a fine concerto; qui scherza con la gente, si lascia andare a piccole descrizioni dei brani ciancicando un inglese di non immediata comprensione, fa il piacione dedicando I Bet You Look Good On The Dancefloor  alle ragazze italiane (ma dai!), proclama la volontà di andare avanti tutta la notte suscitando l’entusiasmo degli astanti che lo vorrebbero davvero ma ovviamente nessuno ci crede. Impeccabile nella voce, varia un po’ i brani in alcuni momenti attribuendo al tutto una dimensione davvero “live”, così come il resto della band, musicisti precisi dall’ottima tecnica, che lasciano però purtroppo un po’ poco all’emozionalità che potrebbe regalare un assolo o una variazione particolare. Il concerto scivola via molto bene, il tempo sembra volare, non oso immaginare che putiferio stia succedendo nelle prime file sotto al palco, e redarguisco il mio amico che è anche il cantante del gruppo dove suono, sul fatto che conosca molto meglio i testi delle canzoni degli Arctic Monkeys rispetto a quelle della nostra band.

perchè solo io mi sono vestito elegante? almeno non

perchè solo io mi sono vestito elegante? almeno non mi pungono le zanzare...

Chiudono apparentemente il concerto come lo hanno iniziato, con una domanda e con un altro estratto dal nuovo album, ossia R U Mine?, lasciando quindi ancora una volta il pubblico un pò così così, anche perchè mancano altri capisaldi che la gente vuole sentire. Ed infatti poco dopo, la band ritorna sul palco sfoderando l’ultimo colpo composto da quattro ulteriori brani tra cui, una riedizione di Mardy Bum davvero eccellente, poi l’exploit di carica di When The Sun Goes Down e un finale con 505 nel quale interviene anche il socio e spalla Miles Kane (Alex e Miles condividono l’esperienza dei Last Shadow Puppets), per un finale allo stesso tempo struggente ma davvero poderoso, conferma che la combo dei due nomi ha perfettamente funzionato a Ferrara. Un’ora e un quarto circa di show (unica nota dolente appunto, una durata un pò esigua) che come già detto è la consacrazione degli Arctic Monkeys a band da grande palco, da headliner a Glastonbury, da sonorità concrete e mature, da grandi etichette discografiche e non più da tam tam mediatico su Myspace; una consacrazione che m’ha piacevolmente colpito, strappandomi un sorriso e lasciandomi addosso una gradevole sensazione, un misto di energia, di positività, di felicità nel vedere la mia città così viva grazie alla musica, un pensiero in testa del tipo “ma guarda te sti quattro ragazzotti oh, come si son svegliati…”. Bravo Miles Kane, bravi Arctic Monkeys, e alla faccia di chi quando uscì l’annuncio della data disse “ma sì, ma tanto son già venuti 6 anni fa dai, è sempre la stessa roba!”… e quindi infine bravi Ferrara Sotto le Stelle.

 

un ringraziamento a Sara Tosi per la gentile concessione delle foto.

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