Monsieur Voltaire ha un passato che non ti aspetti. Dopo aver fatto parte di gruppi metal core, indie, blues e garage (praticamente dalla metà degli anni Novanta in poi), Marcello Rossi dà forma e contenuti a una nuova creatura che si richiama al secolo dei lumi. Numerosi e presenti in 33, e in grado di riscaldare l’ascoltatore in cerca di tepore e intimità, quasi come se si trattasse di un disco autunnale (e tale noi lo consideriamo, o forse è il tempo capriccioso a farci perdere le coordinate). Solo che invece di essere soggiogato alla razionalità geometrica del tempo (qui inteso in senso di epoca), il sound di Monsieur Voltaire risplende di un’intensa spiritualità, quasi a voler trasporre i suddetti lumi in un romanticismo che sembra decisamente farla da padrone. Alcune eccellenti ambientazioni country (Ray Land cammina dritta dritta con un paio di stivali provenienti dall’Oklahoma; Purgatory è pura poesia campagnola, notturna e scintillante come un limpido cielo stellato), densamente fluide e piacevoli, aiutano a confezionare un disco che riserva notevoli sorprese all’ascoltatore: come funghi, spuntano dal sottobosco sonoro di 33 prelibatezze da assaporare con legittima goduria e piacere. Higher than the sun non è un titolo sacrilego; la facilità di creazione del signor Voltaire e una partitura perfetta, accompagnata da un tocco delle corde, donano un tocco psych che non poteva mancare. Attenzione alla devianza finale. Ancora più spinta negli oscuri territori della psichedelia sembra essere la cadenza rituale e ritmata di Last Place, pietra filosofale che risplende e ammalia, in grado di confondere Monsieur Voltaire, facendolo smarrire lungo il tortuoso tragitto verso la nostra epoca maledetta. Mentre Waiting to Be Kill resta sospesa in orbita attorno alla Terra, gravitando dolcemente in attesa di un segnale che tarda ad arrivare. Superlativo. A un registro diverso sembrano invece appartenere The Run e Emily, entrambe beatlesiane nella loro impostazione (soprattutto l’ultima), e con una carica sonora maggiore. Ma il livello resta comunque elevato, complice un ottimo uso della chitarra ed una sensibilità sonora fuori dal comune. Fortemente consigliato, nonostante (o forse grazie all’inclemenza di) questa stagione estiva. Monsieur Voltaire, chapeau, e attenzione ai lasciti. Buon 14 luglio!
Label: Noja Recordings/White Bridge Records
Anno: 2013
Tracklist:
1. Emily
2. Higher than the sun
3. Last Place
4. Purgatory
5. Ray Land
6. The Run
7. The Shine
8. Waiting to be kill
Commenti Recenti