Leonard Cohen @ Lucca Summer Festival
A cura di Eribluff aka Erika Zolli
Lucca Summer Festival, 9 Luglio 2013.
Anche il cielo ha vissuto un tripudio d’attesa. Un temporale immediato e fugace qualche ora prima del concerto e poi la schiarita, come se nulla fosse successo, per apprezzare ancora di più la splendida serata in cui la Piazza Napoleone di Lucca stava per essere immersa. Una serata di pura poesia, cullata dalla “voce d’oro” di uno dei più grandi cantautori di intere generazioni. Davanti a me Leonard Cohen. Sale sul palco con una classe che sprigiona grazia e bellezza d’animo. Si avvicina al microfono, prende tra le mani il suo immancabile borsalino e china il capo in segno di gratitudine e in segno di quella fiducia rassicurante di chi sta per condurre in un’esperienza mistica la grande folla che ha di fronte. Un’esperienza mistica di puro scambio d’amore e di poesia tra lui, i suoi musicisti e gli ascoltatori. Un’estasi durata più di tre ore, costituita da quattro tempi (un primo tempo, un secondo tempo e ben due bis), dove brani recenti si sono alternati ai grandi classici, il tutto impreziosito dalla maestria dei componenti della band che sono stati in grado di fare imperiali assoli senza distruggere quell’atmosfera surreale e di sospensione in cui ci ha condotto il cantautore.
In Who by Fire infatti, svolto durante il primo tempo, Javier Mas fa un’introduzione di 4 minuti e mezzo di superba perdizione con il suo archilaud dove viene fuori l’influenza della terra d’origine spagnola del musicista facendo aumentare la trepidazione d’attesa della voce di Leonard e implodere il pubblico in un sentito applauso alle prime note cantate. Grande interpretazione inoltre, che ha fatto chiudere gli occhi e sognare l’intero pubblico, del brano Alexandra Leaving interpretato da Sharon Robinson, ormai storica compagna sul palco del cantautore.
Non sono mancati pezzi memorabili come Dance me to the end of love, pezzo d’apertura del
concerto, la poetica e delicata Suzenne, I’m your man, The Partisan e la storica Hallelujah.
Un totale di venticinque brani accompagnati da una band costituita da: Roscoe Beck ai bassi e ai cori, Neil Larsen alle tastiere, all’hammond e alla fisarmonica, Javier Mas alla chitarra, al laud, all’archilaud e alla bandurria, Rafael Gayol alla batteria e alle percussioni, Mitch Watkins alle chitarre, Alexandru Bublitchi al violino, Sharon Robinson ai cori e le Webb Sisters con Charley Webb ai cori, al clarinetto e alla chitarra, e Hattie Webb ai cori e all’arpa.
Tre ore e passa di un concerto che avrebbe potuto non finire mai, considerando la partecipazione dell’intero pubblico e l’assenza di tempo in cui eravamo immersi, una piazza dove l’aria estiva aveva il profumo di poesia di vita vissuta. La vita vissuta di un settantanovenne che a fine concerto si è allontanato dal palco inscenando dei
passi di danza con una grazia e una vitalità meravigliosi. Il peso del tempo qui pulsa ancora di irrefrenabile desiderio e di un penetrante slancio del cuore. Vivere nutrendosi di arte e di curiosità, ecco l’insegnamento che ho divorato in quelle ore, per mantenere l’animo vivo, lontano dagli sbadigli dell’età e dell’esperienza già fatta.
E ora sono io che prendo in mano il mio di cappello e chino il capo in segno di gratitudine per un cantautore che brilla di luce propria.
Scaletta Concerto:
Dance Me To The End Of Love
The Future
Bird On The Wire
Everybody Knows
Who By Fire
The Darkness
Amen
Come Healing
Lover Lover Lover
Suzanne
Chelsea Hotel #2
Sisters Of Mercy
Heart With No Companion
The Partisan
Alexandra Leaving
I’m Your Man
Hallelujah
Take This Waltz
Encore 1
So Long, Marianne
Going Home
First We Take Manhattan
Encore 2
Famous Blue Raincoat
If It Be Your Will
Closing Time
I Tried to Leave You
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