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giu 24

Art Brut – Brilliant!Tragic!

Se dovessimo scegliere quale dei due aggettivi sia preponderante nel titolo del nuovo album degli Art Brut sceglieremmo di certo il secondo. La band di Eddie Argos torna dopo due anni e lasciata da parte la spensieratezza indie rock degli ultimi tempi ci sforna Brilliant! Tragic!. Uscito quest’anno per la Cooking Vinyl (negli USA la label è la Downtown) insieme ad un fumetto che lo illustra, l’album ha un sapore dolceamaro, lontano dagli esordi sbarazzini di Bang Bang Rock &’Roll. I ritmi sono più lenti ma lo stile resta quanto meno identico ed il risultato è un album gustoso anche grazie all’ottima produzione di Frank Black. Si, avete capito bene, proprio quello lì..
Naturalmente momenti Brilliant! e di pura esaltazione ce ne sono, uno per tutti (e tutti per uno) citiamo Axel Rose, singolone sparato sul una fune di basso tesa su un precipizio sulle fortune e sfortune del leader dei Guns’n’Roses. Confermando la pulsante ed ancora viva vena ironica degli Art Brut. Quella che li ha resi famosi e che adoriamo dai tempi immemori di My Little Brother e Direct Hit. Così come amiamo la chitarra di Ian Catskilkin, che riesce a disegnare melodie di precisione geometrica e tagliente anche nei pezzi più lenti (Lost Weekend e Bad Comedian su tutti), e che avevamo notato già come uno dei punti di forza del gruppo l’ultima volta che gli Art Brut approdarono da queste parti. Delays e riverberi affollano il paesaggio di riferimento, dando quel sanno tocco indie rock al punk tipicamente angolare della band inglese. La presenza di Black ha aggiunto un tocco di magia in più al nuovo album degli Art Brut, oltre ad aver dettato le linee vocali di Argos. In Sexy ad esempio si odono echi dei Pixies, così come nell’uso esaltato del basso di Freddy Feedback in buona parte dei pezzi. Ma esistono anche passaggi a vuoto (vedi ad esempio Ice Hockey, Is Dog Earned e la conclusiva Sealand) che ci fanno dubitare del valore generale di Brilliant! Tragic!. Lontani dalla spensieratezza e dalla freschezza degli esordi, gli Art Brut sembrano alla ricerca di una nuova identità. Il geniale Black ha lavorato sull’arte grezza della band, ma non è detto che le cose devono essere modellate per forza in una certa maniera o direzione. A volte le cose sono belle proprio perché restano grezze e puramente istintive. Come indicava lo stesso nome della band. E come intendeva Jean Dubuffet.

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  1. Art Brut in Italia a settembre » musicZoom

    [...] rock inglese. La band di Eddie Argos ha appena pubblicato per Cooking Vynil/Edel il nuovo album Brilliant! Tragic!, e sarà in Italia il 22 Settembre allo Spazio211 di Torino, il 23 Set. al Circolo degli Artisti di [...]

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