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ago 26

Acustronica: dall’oggetto disco alla netlabel

Massimo Discepoli

a cura di Christian Panzano

Massimo Discepoli è il creatore di Acustronica, netlabel italiana che da un po’ di anni produce dell’ottima musica, spaziando dall’ambient al minimalismo, dal rock al folk con disinvoltura e accurata preparazione tecnica. Abbiamo di recente affrontato in sede di recensione alcuni dei suoi prodotti (Sava Marinkovic, Nature, Claudio Nunez). Perciò, ne abbiamo parlato col diretto interessato, senza limiti di scrittura o interruzioni di sorta.

1.Da quali esigenze nasce l’esperimento Acustronica?

Ho scelto di creare Acustronica perchè, come musicista, sentivo l’esigenza di avere il controllo sulla promozione e distribuzione della mia musica, e di conseguenza avere la possibilità di poter creare in totale libertà senza dover scendere a compromessi.  Allo stesso tempo mi interessava trovare e far conoscere quei musicisti e gruppi, di ogni genere, che, secondo il mio giudizio, ovviamente soggettivo, avessero qualche caratteristica di originalità e personalità nella propria musica.  Un obiettivo di Acustronica è anche quello di stimolare collaborazioni fra artisti che vadano oltre i soliti clichè fin troppo presenti in ambito musicale: mi riferisco a quei circoli, estremamente chiusi, di musicisti, anche professionisti, che suonano sempre e solo fra di loro, in vari progetti, senza riflettere sul valore e sulla freschezza che potrebbe apportare alla loro musica un musicista esterno al loro gruppo…oppure si pensi a quei progetti musicali, messi insieme in fretta, che nascono solo per fare qualche serata, per poi morire subito dopo. Sembrerà banale, ma il punto centrale di Acustronica è la musica, che non può essere apprezzata a fondo in un singolo concerto, ma solo dopo ripetuti ascolti; anche se stiamo lavorando per organizzare degli eventi in un futuro non lontano, per Acustronica l’album rimane un aspetto centrale, un qualcosa che deve durare nel tempo, e non una scusa “per fare qualche serata”.

2.Volevo avere un parere da te sull’attuale condizione del panorama discografico italiano. Come ti sembra?

Mi sembra tutto diviso in tanti compartimenti stagni…come se i vari elementi del “gioco” (pubblico, musicisti ed etichette) volessero sentirsi parte della stessa comunità, ad esempio quella indie, quella elettronica, quella jazz…ognuna di esse con i propri stereotipi musicali e anche extra-musicali (modo di vestirsi, di relazionarsi, grafica dei dischi, addirittura scelta del nome del gruppo). In pratica, pubblico e musicisti usano la musica per definire la propria appartenenza ad una comunità, e le etichette non fanno altro che assecondare questa esigenza…del resto penso che sia stato sempre così, però oggi, con la velocità e immediatezza dei social networks, le mode e le tendenze, oltre a diffondersi globalmente, nascono (e muoiono) molto più in fretta. Credo che ciò possa diventare una distrazione per molti musicisti, che invece di lavorare a lungo per far emergere il proprio stile e la propria voce, scelgono la via più facile, quella di seguire la corrente e compiacere un pubblico più o meno vasto.
Pure la musica cosiddetta “sperimentale” mi sembra cadere spesso vittima di questo meccanismo: nonostante vada molto di moda oggi parlare di “contaminazione”, e a sentire in giro sembra che tutti i gruppi e i musicisti siano diventati “sperimentatori”, in realtà poi pure questo, di frequente, avviene in maniera molto standardizzata, come se molti seguissero solo un certo modo “giusto” per fare le sperimentazioni.
In sostanza, oggi mi sembra più difficile trovare delle proposte musicali di una certa originalità qui in Italia (ma anche all’estero), e non intendo solo nel senso di andare oltre i generi e le definizioni: anche all’interno dei singoli stili musicali, sono pochi coloro che cercano di superare gli stereotipi del proprio genere.
Tutto ciò penso possa essere confermato dal fenomeno, caratteristico degli ultimi anni, di riscoperta (e di scoperta, per chi non li conosceva ancora) dei grandi classici della musica, quegli album che hanno contribuito a definire il proprio genere, e che non sono più recenti di una quindicina di anni fa, proprio a testimoniare il fatto che secondo molti appassionati di musica le cose più interessanti sono state realizzate in passato, e che oggi spesso ci si limita a ripeterle…basti vedere anche come gruppi “storici”, con decenni di attività alle spalle, siano ancora attivi, mentre altri, proprio negli ultimi anni, scelgano di riunirsi…o anche il fatto che negli album (di ogni genere) che escono ultimamente, sono sempre più presenti cover o rielaborazioni di brani del passato, come se si preferisse andare sul sicuro o, peggio, come se le idee nuove fossero finite.
Tutto ciò non toglie che vi siano ancora molti artisti interessanti e originali, è solo che sono più difficili da individuare.

3.Perchè la scelta di aprire una net label?

Perchè permette di dare una notevole esposizione in tutto il mondo alla propria musica. Sempre meno persone acquistano musica oggi, soprattutto in formato “fisico”, e quindi il download digitale costituisce una possibilità di raggiungere un gran numero di ascoltatori a costi irrisori. Nel catalogo Acustronica sono presenti sia album in download gratuito che a pagamento, e anche alcuni album in formato fisico, dato che personalmente sono ancora un amante dell’ “oggetto disco”. Inoltre quasi tutti gli album digitali sono disponibili sia in formato MP3 ad alta qualità che in FLAC, in modo che, quando anche non vi sia un supporto fisico, la qualità audio sia il più possibile elevata.

4.Come avviene mediamente l’incontro con gli artisti che vorresti includere nel tuo roster?

Sono gli artisti stessi a proporsi, solo in alcuni casi è avvenuto il contrario. In generale sono molto selettivo nella scelta di chi includere nel catalogo, soprattutto da quando ho deciso di limitare le uscite su Acustronica a non più di una al mese. Questo permette di promuovere al meglio ogni singola release e consente, a chi lo desidera, di seguire con facilità le uscite senza essere sommerso da troppa musica che non riuscirà mai ad ascoltare.

5.Parlami del Massimo Discepoli musicista.

Mi sono avvicinato alla musica intorno agli 11 anni, iniziando a suonare la batteria, che è il mio strumento principale. Nel corso degli anni si sono aggiunti il pianoforte, il basso e la chitarra. Ho suonato e suono in progetti di ogni tipo, oltre ad insegnare la batteria, e nel 2007 ho creato il mio progetto personale Nheap, per il quale proprio in questi giorni sono impegnato nella realizzazione del quarto album. In questo progetto cerco di inserire tutte le mie influenze musicali, che vanno dal jazz al rock, dalla musica ambient ed elettronica a quella classica contemporanea. Il progetto ha ricevuto un’accoglienza positiva fin dall’inizio, e sempre crescente con ogni lavoro, tanto che l’ultimo album, “Clouds under the table”, è stato recensito positivamente da importanti testate come Allabout Jazz e Musica Jazz, ed è stato selezionato come uno dei migliori album del 2011 da diversi blog specializzati.
Oltre a questo, collaboro a progetti di ogni tipo, sia in ambito sperimentale che più tradizionale.

6.Se la musica del duemila fosse una tela, tu che colori sceglieresti per dipingerla?

Riprendendo la risposta alla seconda domanda, sceglierei colori non molto saturi, raggruppando in zone quelli simili tra di loro e in qualche punto della tela, inserirei delle macchie isolate, di un colore differente dagli altri.

7.Come si sviluppano le fasi di produzione o di promozione di un determintato artista per una net label?

Dopo aver stabilito la data di uscita di una release, all’artista viene chiesto di realizzare una copertina, che rispetti degli standard minimi di qualità. Il giorno stabilito l’album viene inserito nel sito di Acustronica, rimanendo nell’home page di solito per almeno un mese. La promozione avviene dapprima sui principali social network e, nel caso la release sia gratuita, essa viene caricata sui principali siti che si occupano di musica libera e Creative Commons. L’album viene quindi inviato a diverse centinaia fra magazines, blogs e radio, in modo che possa essere recensito o trasmesso.  
Di recente apertura è l’ufficio stampa Acustronica Web Promotion, con il quale gli artisti interessati, ma non facenti parte di Acustronica, possono usufruire degli stessi servizi di promozione di cui usufruiscono gli artisti che fanno parte del roster Acustronica.

8.In base alla tua esperienza, quali sono i limiti di un mezzo come Internet che è destinato in futuro ad essere il canale preferenziale della dematerializzazione?

Penso che il limite principale sia quello che allo stesso tempo è anche un vantaggio: ossia, la possibilità che tutti hanno di far circolare la propria musica presso un pubblico potenzialmente enorme. Infatti con Internet i musicisti possono caricare direttamente la propria musica online e farla ascoltare senza bisogno di case discografiche e distributori, ma questo, unito al fatto che ormai registrare un disco è alla portata di tutti, ha causato una disponibilità enorme di musica, anzi, una sovrabbondanza direi, dove lavori ottimi e lavori mediocri hanno la stessa visibilità. Il fenomeno delle netlabel in realtà nasce proprio per questo: creare un filtro, selezionare e portare all’attenzione degli ascoltatori quei lavori che si ritengono essere più validi…però anche creare una netlabel è abbastanza facile (serve più che altro tempo e impegno), e quindi in un certo senso si ritorna al punto di partenza: non solo selezionare la buona musica, ma anche capire quali sono i “buoni selezionatori”!

9.Anticipaci qualche lavoro in cantiere che uscirà per Acustronica?

A ottobre uscirà il nuovo album del mio progetto Nheap, mentre in novembre uscirà un album di remix e rielaborazioni, a cura di vari artisti, del lavoro “Rapid Eye Movement” di Sétamùr,
uscito alcuni mesi fa su Acustronica. Il calendario da dicembre in poi è ancora in fase di definizione.

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