Scena2, la seconda scena, le note di regia, i dialoghi, la rigida costruzione della rappresentazione. Di un film. Quale? La vita. La mia, la tua di te che leggi, la nostra di società sempre più mediatica. Il potere subliminale e invisibile della comunicazione, che si può manifestare attraverso l’educazione, l’intrattenimento, o il controllo. Apparire per esserci. Una gabbia stringente, dentro la quale si muove una bestia sonora: i Nevroshockingiochi. La band maceratese, al secondo disco, raccoglie dieci tracce che si conficcano come una lama nella carne psichica del nostro tempo. Perché il controllo (e il malessere) è delle menti, e ad esso si può reagire solamente con un disco politico e antiretorico come questo, che nelle liriche riprende la lezione rivoluzionaria delle avanguardie italiane (il Gruppo 63 di Sanguineti e Arbasino su tutti) e le innesta in canzoni brevilinee, dotate di una teatralità mai sopra le righe, dalle ritmiche compulsive e ficcanti, che creano situazioni di straniamento in linea con due grandi visionari come Franz Kafka e David Lynch. Art-core lo chiamano loro, e la definizione arty calza a pennello perché la volontà è quella di disegnare uno scenario freddo, schematico, ma in cui tutto piano piano si sgretola e crolla.
ago 29
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