Rieccolo qui! Enorme, mastodontico, incommensurabilmente buio, torna il Santo Niente ed il suo impatto viscerale che, come una ambasciata alchemica di suoni verticali e scuri, sornioni e compressati di liriche descrittive, presenta Mare Tranquillitatis, il nuovo disco, il nuovo e penetrante filtro che tra l’ascolto e l’immaginazione nasconde un fluido incontrollato di piccoli magistrali gioielli sonici e di fiato. Non ci sono le sgasate turbolente di quel cantautorato “garagistico” al quale ci aveva abituato, ora in questo lungo incedere il SN vira su pads atmosferici, dove la parola è in primo piano nel suo delirante viatico raccounteur, la frase ed il concetto si accompagnano ad una alienità composita, forma e sostanza si strusciano ad una sperimentazione che ha gli occhi vigili, si, occhi vigili che guardano negli interstizi di una società brulicante di storie d’intorno e personaggi senza tempo, e Lui ne riprende i colori sbiaditi e li ricolloca nella memoria e nel dipanare della cronaca personale e umana.
Una quarantina di minuti di fascino torbido e limpido nel contempo, storie inanellate da destini e punti d’osservazione, focus e decadenze a braccetto in una copulazione senza fine, e tutto sul confine della “visione” che incamera in se il chiaroscuro ed instancabile pulsare di una “quotidianità” che dura una esistenza; tracce che “intontiscono” con il loro incanto crudo; il funeral-blues color antrace che descrive l’immigrazione in America dopo la lettura del romanzo di Pietro Di Donato figlio di un muratore abruzzese (Cristo nel cemento), una corsa e fuga di garage al vetriolo (Le ragazze italiane), le notti sniffate del malaffare di Un certo tipo di problema, o il travestito invecchiato e malato nei ricordi di Maria Callas (una straordinaria scheggia di allumino conficcata dentro) fondano un ascolto profondo, radicato nell’anima e nei ganci immacolati di una certa verità, di certi strali poetici assoluti.
Un raggio di sole su un’ossessione delicata di elettronica e una spennatina di chitarra acustica come ricamo di una storia di amori primaticci di una gioventù scapestrata (Primo sangue) e il ritorno finale verso l’immigrazione di una volta, un rapsodico sperimentale atonale Sabato Simon Rodia, storia allucinante sullo stravagante e fortunato costruttore delle Watts Tower losangeline, quel tipo che si trova raffigurato (NDR) al fianco di Dylan sulla cover di Sergent Pepper’s dei Beatles; un disco dedicato ai cultori della bellezza decadente, a quelle vicissitudini virate in seppia e a quel Male poetico che nessun assenzio al mondo potrà mail alleviare.
Il Santo Niente è tornato, e con Lui un capolavoro “altro”.
Label: Twelwe Records
Anno: 2013
Tracklist:
1. Cristo nel cemento
2. Le ragazze italiane
3. Un certo tipo di problema
4. Maria Callas
5. Primo sangue
6. Sabato Simon Rodia
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