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set 20

Howbeatswhy – Pink Pigeon

Ci si può chiedere perché, ma spesso la domanda resta senza risposta. Ci si può chiedere come, e magari tirando ad indovinare si azzecca. Come ci è capitato Pink Pigeon nelle mani? Non si sa, ma le vie del Signore sono infinite. Come suona questo disco? È difficile da dire: può suonare dolce come il piano dell’intro iniziale, appunto Piano, Pigeon oppure come la coda finale di So Long che sembra quasi un addio, oppure un arrivederci, chissà. La formazione romana che comprende membri del Dispo (ma a noi piace chiamarlo per intero, ossia Dispositivo per il Lancio Obliquo di una sferetta, chi l’ha detto che accorciare rende sempre più spedito il linguaggio?) fatica a distaccarsi dall’architettura sperimentale della band di provenienza, come evidente dai primi due pezzi, Grew e Civil, quasi di ispirazione progressive. Ma il disco sembra scivolare facilmente nelle nostre orecchie, attratte soprattutto dalla malleabilità di un suono che cambia continuamente forma. To Think; To Suppose gioca con le corde per poi stancarsi ed andare a rifugiarsi nel sintetico, dove sembra sentirsi più al sicuro. Ma è solo un attimo, la chitarra torna a riprendersi quello che è suo di diritto. Molly The Agent sembra inizialmente partire da un repertorio dei Death in Vegas (ricordate Soul Actioneer?), per poi lasciarsi cullare dai fiati verso la conclusione: eccezionale. Gli Howbeatswhy trasformano i loro pezzi sotto le tue orecchie senza che tu te ne possa accorgere. Un’acustica Mirrors Meet plana dolcemente in territori pop, ma senza atterrare. È solo una rincorsa prima dell’impennata. Se infatti la prima parte del disco sorprende, la seconda affascina ed entusiasma: in Em’s Daughter l’impronta progressive si fa più marcata, una rincorsa verso il barocco che presenta innumerevoli sfaccettature nelle sue metamorfosi. Da riascoltare a volontà. Dopo una breve parentesi alla Air di 10.000 Hz Legend in My Moon, il Piccione Rosa si libra in volo e si dirige speditamente verso la libertà. Gli accenti glam di Wholesome Lonesome e Object Permanence (quest’ultima inizia come i Kings of Convenience ma finisce in tutt’altra maniera) sono sbalorditivi per maturità artistica e resa sonora. Pink Pigeon è un lavoro sontuoso, un disco che, ascoltandolo a più riprese, ti meraviglia sempre e continua a cambiare forma mentre lo ascolti. E se non è importante il perché, in fondo non lo è neppure il come.

Label: New Sonic Records
Anno: 2013

Tracklist

1.    Piano, Pigeaon
2.    Grew
3.    Civil
4.    To Think; To Suppose
5.    Molly the Agent
6.    Mirrors Meet
7.    Em’s Daughter
8.    A sketch for Maurice
9.    My Moon

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