Li avevamo lasciati tempo fa su queste pagine con Dead Sons, li ritroviamo ora su Sub Pop con Ruthless Sperm. La morte e la vita continuano a rincorrersi nelle produzioni degli His Electro Blue Voice, come due amanti in fuga da se stessi e dal mondo che saltuariamente decidono di incontrarsi nei dischi della band italiana. Il primo full lenght spaventa gli incauti ascoltatori con l’intro apocalittica di Death Climb, chitarre gradualmente sparate ad altissimo volume e atmosfere da incubo di stile gotico. Quasi ad allontanare i tanti adulatori che oggi si sono svegliati ma che qualche anno fa dormivano sonni profondi; o magari a svegliarli dal lungo letargo. Dopo i primi eccessi, l’album si stabilizza decidendo di andare incontro al proprio destino in diverse maniere. Percorrendo per esempio binari kraut-rock, per esempio, come in Spit Dirt: una lunga marcia, costante e martellante verso il centro dell’universo, con finale memorabile; iniettando robusti dosi di shoegaze come in Sea Bug, che suona come gli Amusement Parks On Fire dopo una cura di steroidi; facendosi di roba sintetica come in Tumor. Le suggestioni space non mancano in Ruthless Sperm, grazie alla costante assenza di gravità propria dei momenti kraut che sembrano farci galleggiare nello spazio. Ma gli episodi più avvincenti si trovano nel finale, come The Path assolutamente eccezionale nell’architettura del brano e nelle continue implosioni soniche; e una tiratissima Born Tired che sospinge ancora una volta gli His Electro Blue Voice fuori dall’orbita della normalità e della media. Ma di questo, naturalmente, eravate già stati avvisati tanto tempo fa…
Label: Sub Pop
Anno: 2013
Tracklist:
1. Death Climb
2. Spit Dirt
3. Sea bug
4. Tumor
5. The Path
6. Born Tired
7. Red Earth
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