Rieccoli cavalcare il palco virtuale dell’HC melodico e delle buone prestanze, ancora un pezzo di inossidabile sound che i vicentini Good For One Day trascinano dentro il nuovo Time and Again, dodici tracce che si prendono l’incombenza – non facile – di mantenere vivo, lubrificato e al meglio degli aggiornamenti generazionali uno style, un urlo indelebile che sebbene abbia già dato molto e a dismisura la sua virtuosa generosità, seguita a taglieggiare animi e amori, e che i nostri ammaestrano con dovizia di dettagli e ricami di poetica melodica, panacea infinita per accendini in accensione corale e a presa rapida.
Una tracklist cantata i inglese e una traccia instrumental per un piccolo trionfo di chitarre, voce e atmosferizzazioni piacevoli sempre – nel sottofondo – sature di disperata malinconia e di distratte pompate di cuore, uno di quei dischi che fa esplodere gli interludi di innamoramenti istantanei e sms a raffica industriale, tracce che rigano delicatezze e impetuosità amplificate nello stretto giro, anzi strettissimo, di un ascolto e che immediatamente fanno battere mila e mila inconfutabili bramosie giovanili, un arcobaleno spezzato dalla luce delle distanze che girano – qui dentro – come un motore rodato e che sa fare il suo “sound come dio comanda”.
Dunque dicevamo HC melodico, piccole retrovie punkyes a battere cassa e il groove specifico per piacere a turnazioni radiofoniche FM, un insieme di brani hook e incendiari che il quintetto veneto posta tra irruenze alla Foo Fighters e carezze mid-oriented GreenDayane, emo e passione Weezer a fare da resto in un secondo disco che innalza la quotazione indiscutibile di una formazione sonica che si fa valere e che piace a stampo; il move snodato Settantiano di Runaway, la melodia elettrica che spiove dall’ottima The weakest breach, l’epicità di un pogo notturno in Circle, le orme padronali di certi lontani Police Call it a day o la bordata sincopata di Vega sono le credenziali di un lavoro curatissimo e riportato al passo “dei tempi dei nerds”, un concetto musicale – questo dei GFOD – pressoché inevitabile a sonorizzare una delle nostre tante giornate che abbisognano di un qualcosa su cui aggrapparsi amorevolmente, in tutti i sensi.
Label: IndieBox
Anno: 2013
Tracklist:
1. Dead wrong
2. Runaway
3. John Doe
4. Ad vitam
5. The weakest breach
6. Leftovers
7. Two-face (feat. Dominik)
8. Circle
9. Call it a day
10. Empire
11. We’re about to live
12. Vega
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