Il cantautore Fabio Cinti è al suo terzo album e la sua volumetria poetica non conosce stanca o ripetizione, il suo è un continuo dimostrare “altezze” che non smettono un secondo di inseguire il futuro, di disegnare linee e di spiegare alla perfezione che il mondo dentro equivale molto più di quello fuori e che le sue delicate e viscerali trame di parole e parole non sono altro che una spiritualità umana che si dissolve al limite dell’immaginario.
Madame Ugo è il nuovo album del cantautore, un disco che fa la differenza sulle “differenze” e sulle scelte intime di amori e corpi impari ma uguali nei furori invincibile dell’esistenza, una fila di tracce che si introducono su rivoli di pensieri e riflessioni su tutto quello che l’umano ha di traverso, dritto e di sghimbescio, e lui, è sempre il Cinti più immerso nel ruolo di raccounteurs urbano e quasi metafisico, un artista dallo sguardo profondo anche se a tratti non lo da ad intendere. Ma basta seguire il filo logico dei suoi carotaggi d’anima per assurgere tutta la consapevolezza di una scrittura fine, elegante e che sa quello che inchiostra e che arriva sempre lucida e nitida all’ascolto.
Con lui in questa nuova puntata discografica i fidi Lele Battista e Giovanni Mancini e senza mai dimenticare quella tessitura di fondo malinconica e descrittiva alla Battiato, una straordinaria forma canzone che non se la sente di non mettersi in gioco con passione e curiosità che poi – in maniera inconfutabile – contraddistingue la grana stilistica di questo giovane autore e la somma algebrica di un connotato d’autore della compostezza ineguagliabile; undici tracce per un ascolto immaginario e da mezza sera, una luminosità in chiaroscuro che picca l’epidermide in più di un caso, come nella Gazzèiana brezza di Sweey sorrow, dentro la tenerezza di un piano in L’amore qualunque, la forma perfetta di un sogno mirabolante tra istinti Floydiani e porpore delle Orme in Genet e l’azzardo vinto di E lei sparò, finale amara di una fascinazione totale che ci riporta un Fabio Cinti come sempre all’apice di quello che in fondo lascia trasparire emozionandoci come sempre, come una successiva “prima volta”.
Label: Mescal
Anno: 2013
Tracklist:
1. Che ci posso fare
2. Sweet sorrow
3. Dicono di noi
4. Devo
5. L’amore qualunque
6. Finisce l’estate
7. Genet
8. Days like this
9. Tensione onirica
10. Flussi di pensiero nel sonno
11. E lei sparò
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