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nov 07

Sky Ferreira – Night Time, My Time

Sembrava quasi impossibile poter parlare del debutto ufficiale di Sky Ferreira, cantante e modella (tra i volti di Calvin Klein) ventunenne. Questo Night Time, My Time arriva dopo anni e anni di lotte con le case discografiche, che, anche a causa della prestanza fisica, ne volevano fare una nuova Britney Spears, tentativo riuscito con il primo ep As If! (2011), in cui la nostra aveva collaborato con grandi firme del pop come Bloodshy & Avant (la Spears appunto, ma anche Madonna e Kylie Minogue) e Greg Kurstin (P!nk, Lily Allen). Ma con il successivo ep Ghost (2012) la Ferreira aveva ribaltato le carte in tavola, entrando a pieno merito, grazie alla ottima Everything Is Embarassing, nell’Olimpo indie. Se Ghost mostrava un calderone schizofrenico di stili e influenze, che andavano dall’elettronica alla Goldfrapp, al pop rock dei Garbage, fino all’r’n’b, Night Time, My Time invece riesce a seguire una strada più definita. Grazie alla produzione di Ariel Rechtshaid (Vampire Weekend, Haim, Usher), il risultato finale è un piacevole revival di brani glam pop che guardano sfacciatamente agli anni Ottanta, conditi di liriche molto personali. L’artwork, senza dubbio, non lascia indifferenti: in uno scatto del fotografo Gaspar Noé, Sky è sotto la doccia con il seno scoperto e un acceso rossetto rosso e, di primo acchito, date anche le vicende personali che l’hanno recentemente coinvolta (l’arresto con il fidanzato, leader della band DIIV, per possesso di eroina), si potrebbe pensare all’ennesima divetta del pop che sfrutta il sesso e gli scandali per attirare l’attenzione. Soffermandoci, però, sullo sguardo dolente e imbronciato e la timidezza del suo nudo, è chiaro che non ci troviamo di fronte a una Miley Cyrus qualunque: basta leggere il testo di I Blame Myself, in cui parole quali “I blame myself for my reputation” mostrano un forte dissidio tra ciò che si è e ciò che, forse, si vorrebbe essere.
Musicalmente si torna indietro di più di venti anni, con un synthpop efficace e mai pretenzioso, che la avvicina agli esperimenti di un’altra esordiente di questo 2013, Charli XCX, come nell’iniziale Boys, una disamina delle sue relazioni passate (Boys, they’re a dime a dozen/Boys, they just make me mad) su un letto di sintetizzatori da capogiro, sulla scia di Take My Hand dell’inglese. Si tratta di un motivetto pop con sfumature elettroniche, come la successiva Ain’t Your Right, che potrebbe riscuotere un enorme successo, se solo si lasciasse spazio ad artiste con vero talento e carisma. In 24 Hours il modello assunto è la signora Ciccone dei primi album: un mix di Into The Groove e Papa Don’t Preach con la speranza di poter congelare per sempre un giorno di felicità. Nobody Asked Me (If I Was Ok) è una versione pop del grunge anni Novanta: un riuscitissimo esperimento nel far rivivere le Hole in una veste synthpop, con liriche di risentimento e dolore (Shakin’ your head while I try to explain/You say you don’t want to hear me complain/Just trying to get my point across/You don’t seem to care if i’m feeling lost). Il delicato beat di I Blame Myself ed un’interpretazione che ricorda Kelly Clarkson stridono con la critica di sé: un’amara confessione pop (I’m just a face without a choice), un po’ troppo anonima nella scelta degli arrangiamenti. Omanko, il termine giapponese che delinea i genitali femminili, sembra quasi il rifacimento di Hong Kong Garden di Siouxsie e l’accostamento con Uffie, che ne fece una cover nel suo esordio, viene naturale. Il potente singolo You’re Not The One, costruito, per stessa ammissione dell’artista, su Low di David Bowie, è un omaggio sfrontato a Blondie e al pop rock 80’s, mentre Heavy Metal Heart schiera un ritornello memorabile. Le tinte rock si fanno sempre più palesi con il distorto dettato di Kristine e il riff alla Strokes della rockwave I Will, a cui fa seguito la lieve disco pop di Love In Stereo, orecchiabile e trendy. La misteriosa e ottima Night Time, My Time chiude il tutto nel migliore dei modi: il volersi ribellare ad ogni costo alla sua major ha permesso alla Ferreira non solo di risplendere di luce propria, ma anche di regalarci uno dei migliori album di pop rock di quest’anno.

Label: Capitol
Anno: 2013
Track list

01 – Boys
02 – Ain’t Your Right
03 – 24 Hours
04 – Nobody Asked Me (If I Was Okay)
05 – I Blame Myself
06 – Omanko
07 – You’re Not the One
08 – Heavy Metal Heart
09 – Kristine
10 – I Will
11 – Love In Stereo
12 – Night Time, My Time

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