L’esordio di Courtney Barnett, cantautrice venticinquenne di Melbourne, è avvenuto l’anno scorso, quando la piccola etichetta indipendente Milk Records ha pubblicato il suo primo ep, I’ve Got a Friend Called Emily Ferris, a cui ha fatto seguito un altro mini ep How to Carve a Carrot into a Rose, nei primi mesi di questo 2013. The Double EP: A Sea Of Split Peas fonde questi due ep in uno: non possiamo considerarlo, dunque, un vero e proprio primo album, ma un ottimo biglietto da visita per quello che sarà il suo vero debutto ufficiale, in uscita nel 2014. Già dalla scelta dei titoli si può evincere quale sia la caratteristica chiave della sua scrittura: un’ironia di fondo percorre tutte le dodici tracce (sei più sei), che raccontano storie disparate ma tutte profondamente sincere e oneste. Con un misto di serietà e divertimento, la Barnett passa dal raccontare di masturbazione (“I masturbated to the songs you wrote” canta in Lance Jr., la prima canzone composta in apertura di Emily Ferris), delle gioie e dei piaceri di dedicarsi al giardinaggio prima di essere colti da un attacco di panico in un’ambulanza (Avant Gardener), fino a un’avventura calviniana d’amore sotto forma di sogno (la fantastica History Eraser).
Accompagnata dalla sua band, ribattezzata The Courtney Barnetts, The Double EP è un gioiello indie rock, soprattutto per quanto riguarda la prima sezione. L’andamento solenne di Out Of The Woodwork, costruito su una linea di pianoforte quasi jazzata, abbraccia liriche su una cattiva relazione (Did you know you’re no good at listening /But you’re really good at telling me everything on your mind) nello stile della migliore Sharon Van Etten. Don’t Apply Compression Gently rievoca gli anni Settanta con i suoi toni chiaroscuri e sognanti, sulla scia dei Widowspeak. I due singoli sono i momenti più accattivanti dell’intero ep: Avant Gardener e History Eraser richiamano alla mente la Sheryl Crow degli esordi, come Tuesday Night Music Club (1993) o The Globe Sessions (1998), anche nelle sue interpretazioni, quasi fuori dalle corde. La prima, una sorta di folk rock, nasce da un impulso a curare il proprio giardino ma finisce in tragedia, mentre la seconda, una solare cavalcata rock sorretta da un recitato veloce, è una stravagante narrazione di un sogno d’amore che prevede passeggiate su trattori e viaggi in barca verso un casinò. David è una marcetta folk rock che riesce nell’impresa di fondere Bob Dylan e Eleanor Friedberger, mentre Anonymous Club rallenta i toni in una rarefatta riflessione sull’amicizia. Le canzoni che componevano Emily Ferris, invece, sono meno frizzanti e più tradizionali, ma si concentrano nello sviluppare linee di cantato diverse e più varie rispetto a quelle imbronciate di How To Carve A Carrot: la dichiarazione sessuale di Lance Jr., quella di indipendenza dalle ingerenze dei genitori della lunga e convincente Are You Looking After Yourself (“Are you working hard my darling?/ We’re so worried”/I don’t want no 9 to 5/ Telling me that I’m alive) seguono la scia di un pop rock, dai toni blues e country, che ritroviamo anche nelle successive Scotty Says e Ode To Odetta, un po’ monocorde. Menzione d’onore a Canned Tomatoes (Whole), costruita su un’ottima linea di basso e sparsi noises, e alla malinconica Porcelain.
Courtney Barnett entra di diritto nella già fiorente scena musicale femminile australiana, regalandoci un primo non-debutto di grande qualità. Aspettiamo con curiosità il vero esordio, per capire se questa freschezza possa consolidarsi anche in un’opera concepita nell’insieme. The Double Ep, comunque, resta un ottimo ascolto.
Label: Marathon Artists
Anno: 2013
Track list
1. Out of the Woodwork
2. Don’t Apply Compression Gently
3. Avant Gardener
4. History Eraser
5. David
6. Anonymous Club
7. Lance Jr.
8. Are You Looking After Yourself
9. Scotty Says
10. Canned Tomatoes (Whole)
11. Porcelain
12. Ode to Odetta
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