Appena sento Horchada mi chiedo come mai sono finito nello space dei Vampire Weekend per ascoltare il loro ultimo lavoro, Contra. Non sono un fan e nemmeno un appassionato del genere, ma una pura curiosità mi ha spinto a cliccare sul link che mi offriva myspace. In bella vista naturalmente. I soliti ritmi tribali associati a suoni colorati che avevamo già ascoltato nel loro esordio di un paio di annetti fa. Ezra Koenig (voce e chitarra), Rostam Batmanglij (tastiera, chitarra e voce), Christopher Tomson (batteria), Chris Baio (basso e chitarra)sono musicisti fenomenali nel creare l’african revival. White Sky rivitalizza un pò l’ambiente con dei coretti formidabili, vero marchio di fabbrica dei newyorkesi. Un indie pop orchestrato, variopinto e colorato come una bolla di sapone soffiata al centro di Manhattan.
Holiday diventa pian piano una marcetta irresistibile, mentre California English effetta un po’ troppo la voce di Koenig per risultare credibile. In Taxi Cab la dolcezza prende troppo il sopravvento. Il lavoro sonoro dietro resta comunque impressionante e lo conferma Run, dove rinasce la piccola Upper West Side Soweto che alberga nelle menti di ognuno di noi da quando i Vampire Weekend hanno fatto la loro comparsa. Con una nuova particolarità: verso la parte finale la svolta new wave, con una maggiore distensione di tappeti elettronici degli anni ’80. L’animo indie è invece esplicito in Cousins, una tirata nevrotica che rimbalza tra l’ottima sessione ritmica di Chris Tomson e le campane domenicali della domenica. In Giving Up the Gun fa di nuovo capolino l’interpretazione afro degli anni’80: per la serie seziona i New Order, e trapiantali in Etiopia a vedere l’effetto che fa.
Il tutto naturalmente fatto con tutta l’arte possibile: a proposito di Etiopia, Diplomat’s son è il pezzo che tutti gli eredi della famiglia Marley messi insieme non sono ancora riusciti a fare. Anche i bianchi riescono a suonare il reggae, e non c’è bisogno di risalire ai Police per scoprirlo, basta andare negli uffici della XL recordings a vedere come ballano di gran gusto. Anche perché sono riusciti a battere il ferro finchè è caldo è fare uscire due album così nel giro di un anno deve essere stato sensazionale (lo sarà anche per le loro entrate, lo scommettiamo). D’altronde i ragazzi valgono, sia musicalmente che concettualmente: l’ultimo pezzo dell’album I think you’re a Contra ci ricorda, per dirla con gli Offlaga Disco Pax dei “sandinisti al potere in Nicaragua”. E perché no, anche dei Clash al contropotere ad inizio anni’80: altro gruppo a cui piaceva miscelarsi tanto con generi e culture provenienti soprattutto dal terzo e quarto mondo. Vuoi vedere che questi qui non sono il fuoco di paglia che credevamo tutti?
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