È possibile combinare le tendenze garage di Ty Segall e Wavves con l’attitudine nostrana di Fast Animals Slow Kids e Gazebo Penguins? Secondo i Mot Low, sì. I Mot Low non sono musicisti: sono gente di Torino a cui piace suonare. E se il loro nome è una maccheronica traduzione di “battute di bassa lega”, è proprio perché alla band piemontese non piace prendersi sul serio, ma, attenzione, lo fa molto seriamente. Il ritorno della mezza stagione risulta essere sincero e irriverente, cinico e a tratti grottesco. Un miscuglio di garage e post-punk, suonato con foga e cantato in italiano, diretto e mai scontato. Per definire questo disco sarà più facile trovare contrari che non sinonimi. Di sicuro qualcosa che finora non c’era.
nov 25
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