Presentato recentemente al Festival di Roma tra migliaia di fan e in odore di divenire uno dei blockbuster di questo 2013, il secondo capitolo della saga di The Hunger Games, tratto dai romanzi della scrittrice Suzanne Collins, segue le vicende della giovane Katniss Everdeen (la vincitrice del premio Oscar Jennifer Lawrence) dopo il trionfo inaspettato ai feroci Hunger Games. Come nel caso di un’altra celebre trilogia, Twilight, o di The Great Gatsby firmato Baz Luhrmann, anche questa pellicola si accompagna ad una colonna sonora che schiera nomi notevoli della scena pop-rock attuale, con qualche sorpresa.
Anticipata nelle settimane scorse da alcuni brani, l’ouverture di The Hunger Games: Catching Fire è affidata a un inedito dei Coldplay, Atlas, una ballata appassionante, sorretta da un pianoforte, che guarda agli esordi della band ed è lontana dagli esperimenti pop dell’ultima fatica. Si percepisce una certa cupezza lungo tutta la track list, come in Silhouettes degli Of Monsters And Men, una rilettura più scura della loro hit, Little Talks, con l’aggiunta di fiati e orchestra. Arriva poi una collaborazione inattesa e riuscita, Elastic Heart: Sia, reduce da featuring non proprio raccomandabili (David Guetta, Flo rida), si unisce al produttore Diplo, il quale crea una beat meno aggressivo del solito, ma dagli echi cinematografici e quasi alieni, che ben si adatta alla voce roca dell’australiana e al falsetto di The Weeknd. A sollevare ulteriormente il livello della soundtrack ci pensa Lean dei The National, una delicata perla folk rock che nasce da pianoforte, archi e una batteria mai invadente: il tutto si accompagna ad un’interpretazione magistrale del leader Matt Berninger. E poi Christina Aguilera intona, con grande pathos, la super ballata pop We Remain, scritta, tra gli altri, da Ryan Tedder: sono evidenti, infatti, le assonanze con Bleeding Love di Leona Lewis o con i brani della sua band, i OneRepublic, ma l’Aguilera, dotata di una delle voci migliori del panorama pop, decide di abbandonare l’eccessività e regala una dei suoi lenti più convincenti degli ultimi anni, un deciso passo in avanti rispetto al non proprio entusiasmante Lotus (2012). Ritorna The Weeknd con Devil May Cry, che si apre acustica per procedere con un mix di elettronica roboante e chitarre rock; va meglio con gli Imagine Dragons, rivelazione di questo 2013, con la marcetta rock Who We Are, che, come molte prove della band, deve ringraziare la magica interpretazione di Dan Reynolds. L’interessante rilettura del classico dei Tears For Fears, Everybody Wants To Rule The World, da parte della giovanissima promessa Lorde, riconferma quanto di buono ascoltato nell’esordio della sedicenne, Pure Heroine. The Lumineers con Gale Song ricreano l’atmosfera di Ho Hey di Silver Linings Playbook, rallentandone i ritmi: una convincente melodia acustica, a metà strada tra REM e The Fray. La chiusura schiera un notevole parterre femminile: Mirror che, fortunatamente, vede tornare Ellie Goulding ai toni rarefatti di Halcyon e allontanarsi, speriamo definitivamente, dalla dance pop dell’ep Halcyon Days; la leggenda Patti Smith con Capital Letter, malinconica ballata folk, che mostra, se ci fossero bisogno di conferme, quante artiste guardino a questa icona; Santigold non proprio esaltante con Shooting Arrows At The Sky, pop rock orecchiabile dal sapore 80’s.
La deluxe edition schiera la coldplayana e tedderiana – forti le somiglianze con Stop And Stare – Place For Us del cantautore Mikky Ekko (noto per la collaborazione con Rihanna in Stay), la delicata elettronica del duo Phantogram in Lights, e l’orchestrale e autunnale Angel On Fire con la maestosa voce di Antony & The Johnsons.
The Hunger Games: Catching Fire riesce ad unire artisti diversissimi fra loro (pensare alla Aguilera con Patti Smith) ma senza creare quella netta separazione, che invece, era percepibile in The Great Gatsby O.S.T.. Si tratta, comunque, di un risultato convincente, che potrebbe saziare l’appetito di molti, e un mezzo importante di lancio per interpreti ancora non conosciutissimi ma dotati di talento.
Label: Universal
Anno: 2013
Track list
01 – Atlas
02 – Silhouettes
03 – Elastic Heart
04 – Lean
05 – We Remain
06 – Devil May Cry
07 – Who We Are
08 – Everybody Wants To Rule The World
09 – Gale Song
10 – Mirror
11 – Capital Letter
12 – Shooting Arrows At The Sky
Bonus Tracks:
13 – Place For Us
14 – Lights
15 – Angel On Fire
Commenti Recenti