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lug 11

The Vision Bleak – The Wolves Go Hunt Their Prey

Abbandonate definitivamente le tetre foreste della selvaggia Carpazia draculiana e le atmosfere nebbiose ispirate dall’Elizabeth Dane di carpenteriana memoria, i timonieri musicali dell’orrore più drammatico e violento tornano, dopo soli due anni dalla precedente release (l’ottimo Carpathia, per l’appunto), con un nuovo ed intenso lavoro di puro gothic metal made in Deutschland.
Un lavoro pesante, tagliente, cupo e brutale.

Laddove, in passato, le composizioni di questo duo “maledetto” formato da Ulf Theodor Schwadorf e Allen B. Konstanz erano nettamente influenzate, per resa ed orientamento, dall’ariosità e dallo spessore sinfonico delle orchestrazioni affidate alla Shadow Philarmonics, The Wolves Go Hunt Their Prey si pone in netto contrasto con i due antefatti targati 2004 – 2005 : violini e contrabbassi sfumano di molto il proprio (e pressoché) assoluto protagonismo, passando così dall’imponente prepotenza scenica di The Deathship Has A New Captain ad un velato e tenebroso approccio orientaleggiante, più intimo ed architettonico, in grado di amalgamare con maggiore efficienza e continuità (in assenza di un vero e proprio concept lirico – strumentale)  le nove tracce che compongono questo terzo lavoro firmato The Vision Bleak.
Proprio in virtù di tale ragionamento, dunque, non c’è da sorprendersi se canzoni come She Wolf o The Demon of the Mire suonino con tutto quel carico di violenta e sragionata oscurità messa in disparte nel più calcolato e teatrale Carpathia, per esempio, o nella poetica ferocia di una qualsiasi Deathship Symphony, dall’album di debutto.
Gli ex Empyrium e Nox Mortis, pertanto, hanno deciso di calcare pesantemente la mano, magari in previsione di un approccio live più diretto e meno artificioso, ponendo in primo piano riff dalla struttura rocciosa e quadrata, distorsioni ferruginose, ritmiche tribali, voce baritonale e screams derivati dal metal estremo.
Trascinante ed enigmatica, By Our Brotherhood With Seth, traccia à la Moonspell posta a conclusione di questo The Wolves Go Hunt Their Prey, non può che rappresentare magnificamente il “nuovo” percorso (definizione da prendere con le dovute precauzioni) intrapreso dai nuovi alfieri dell’horror metal internazionale (a tal proposito, suggerirei quasi un passaggio di testimone fra loro ed i nostri Death SS) : buio e sangue in un alone di mistero.

Tecnicamente ineccepibile e dotato di buona personalità, oltre che di un missaggio sonoro davvero ben curato e particolareggiato, The Wolves Go Hunt Their Prey si presenta come una delle migliori uscite dell’anno, sia sotto il profilo qualitativo che per produzione.
Un ascolto obbligato.

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