Qualcuno sostiene che PsychOut Department non esista, che sia solo uno scherzo musicale. Qualcun’altro, come il regista Davide Rikk Ricchiuti, invece è convinto che esso sia un gruppo effettivamente esistito nel 1928. Di questo duo di musicisti in bilico fra l’elettronica, il folk e la psichedelia in effetti non si sa molto altro, se non che operavano tra Londra e Berlino nei primi decenni del secolo scorso e che non si consideravano tanto un gruppo musicale (concetto ancora non in voga), quanto un laboratorio di sperimentazione, un vero e proprio dipartimento di ricerca sugli effetti psicoacustici dell’elettronica e delle droghe psicotrope: il dipartimento PsychOut. È piuttosto evidente come molti gruppi anche lontanissimi fra loro, quali i Beatles e i Kraftwerk, si siano ispirati al suono avanguardistico che caratterizza le poche tracce giunte fino a noi da quell’epoca lontana: brani dai titoli enigmatici, come Zu Den Gleisen appunto. Se i suoni erano assolutamente in anticipo sui tempi i testi dello PsychOut Department, in inglese e tedesco, erano invece permeati di quel surrealismo tipico delle avanguardie artistiche a loro contemporanee, ed è per questo che l’etichetta Reincanto Dischi, avendo deciso di ripubblicare come singoli questi gioielli sonori che ha trovato negli archivi del loro laboratorio, ha scelto di farlo producendo dei nuovi video che seguano l’estetica e la filosofia dadaista che aleggiava nel loro ambiente culturale. È nato così il video di Zu Den Gleisen il primo singolo di PsychOut Department, pubblicato per la prima volta in digitale dopo quasi cento anni. Eppure qualcuno continua a sostenere che sia tutta una bufala.
dic 01
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