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lug 21

U2 – No Line On The Horizon

Ritorno in pompa magna, come si addice ad una vera rock band globale, quello dei leggendari rockers irlandesi : a distanza di ormai troppo tempo dal mediocre How to dismantle an atomic bomb ed a quasi dieci anni dal più che sufficiente All that you can’t leave behind, gli U2, forti di una nuova linea stilistica che li allontana drasticamente dalle atmosfere facili dei precedenti lavori, tornano a far parlare di sé con la pubblicazione di un album, No line on the horizon (uscito proprio in questi giorni), caratterizzato da quel pizzico di sana nostalgia che non guasta mai capace di far brillare nella memoria gli splendori e l’aggressività del più classico U2 trademark di fine anni ’80.
Al banco di produzione, dopo l’allontanamento nel 2006 del celebre Rick Rubin (vero e proprio deus ex machina di Slayer, System Of A Down, Run DMC e quant’altro), è stato richiamato il fido trio composto dai “soliti” Brian Eno, Daniel Lanois e Steve Lillywhite, ovvero i tre uomini che più di qualunque altra moda hanno definito il sound della band dublinese.

Nonostante rinvii, anticipazioni web al limite della legalità e video galeotti linkati su Youtube, tuttavia, No line on the horizon è ormai pronto per essere ascoltato nello stereo di casa nostra.

Dal punto di vista prettamente musicale, No line on the horizon si presenta come il perfetto punto d’incontro fra le contaminazioni in chiave “world music” presenti già nei lavori del passato, ma qui ampliate e sviluppate, con ed il ritorno alla classica matrice da stadio che tanto deve alle influenze dei vari Led Zeppelin e Beatles di Abbey Road – iana memoria.
Per dirla in termini pratici, insomma, Stand up comedy suona un po’ come la congiuntura bislacca tra Come together e Heartbreaker, mentre Crazy tonight ha un’andatura sciancata alla Sweetest thing, l’inedito incluso nella raccolta  ’80 – ’90.
Sorprende, poi, nella scrittura dei testi, l’abbandono operato da Bono Vox del ricorso alla narrazione in prima persona a favore di un punto di vista che diviene esterno, pulsante nella descrizione di personaggi fittizi (dal poliziotto di strada al soldato in missione in Afghanistan) resi protagonisti di vicende particolari quanto toccanti.

Nulla di rivoluzionario, per carità.
Nessun Achtung Baby da idolatrare.
Solo la consapevolezza che gli U2 son tornati a suonare bene.

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