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lug 21

Vitreo – Panda 4 Fun

Distorsioni potenti, batteria ultra – tirata e doppia voce in bilico perenne fra lo sporco entusiasmante del rock più sanguigno e la duttile pulizia di una quiete solo apparente.
Direttamente dalla “città giardino” nord – italica e forti di un contratto prestigioso con l’inglesissima UK Division Records, i Vitreo (o V3O, o ancora VitreO), atipico power – trio di sano alternative metal nato all’incirca cinque anni fa, si presentano al grande pubblico italiano (e non) con un album di ottima musica (confezionata bene e suonata meglio) che sfugge alle più consuete classificazioni, che fa proprio del suo eludere ogni etichetta ed ogni pre – impostato senso di catalogazione l’arma vincente per la riuscita di un lavoro tanto ostico quanto convincente.

Suggestioni californiane (vedi alla voce Faith No More) ed aggressività crossover degna dei S.O.A.D. più oltranzisti si fondono presto in una miscela esplosiva di graffiante originalità, di eclettismo compositivo maturo, coinvolgente e spiazzante quel tanto che basta per rendersi conto che in questo Panda 4 Fun le idee sono parecchie, sono consistenti e, soprattutto, sono molto valide.
Ascoltare tracce come One Shot, Dwarvesong o l’incredibile delirio conclusivo del penultimo brano del disco, Scars, non può che testimoniare l’indubbio spessore tecnico e la spiccata propensione alla melodia mai fine a sé stessa della formazione varesina, capace di alternare con sapienza strumentazioni heavy ad intermezzi funkeggianti di maggiore fruibilità e respiro.

Supportato da una produzione cristallina, limpida, ineccepibile ed impensabile (almeno in Italia) per un debut album, Panda 4 Fun sorprende, stupisce, diverte.
Lo fa con coscienza, serietà, ma soprattutto con passione, con quella genuina sensazione di non voler far altro che lo rende una delle più belle sorprese di questo primo semestre targato 2008.
Potremmo quasi dire un punto di riferimento.
Un urlo destinato a far capire ai molti che, oltre ai soliti volti noti ed ai soliti pacchi – regalo, in giro c’è anche dell’altro.
D’altrettanta caratura.

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