La giovanissima rapper di Detroit Angel Haze è salita alle cronache musicali alla fine dell’anno scorso, quando con un tweet alquanto significativo (“Sorry to Island/Republic Records but fuck you”) ha leakkato sua sponte il suo debut album Dirty Gold. Questa decisione è nata dopo i continui rinvii da parte della major di pubblicare l’album: dopo mesi e mesi di date fittizie e di fronte ad una probabile release nel mese di Marzo, la Haze ha fatto ciò che alcuni mesi prima M.I.A. aveva minacciato. La Island è corsa ai ripari e magicamente Dirty Gold è stato subito pubblicato, sebbene il danno per le entrate economiche, se mai ci saranno, è stato forte. Al di là di questa presa di posizione, questo esordio lascia un po’ con l’amaro in bocca: è indiscutibile che il talento nel creare rime ci sia, ma la produzione di Markus Dravs (Arcade Fire, Coldplay, Mumford & Sons), seppur incredibilmente accurata, si trasforma in una trappola patinata per liriche che, a tratti, risultano essere un po’ monotone. Il continuo messaggio di sopravvivenza e di lotta contro le sofferenze e i problemi del passato, in tipico stile ghetto queen, rientra nei classici stereotipi della musica hip hop e, alla lunga, annoia. L’impressione che se ne ricava è che la Haze sia stata “costretta” ad entrare eccessivamente in un ruolo che le viene richiesto dalla società e dalla cultura rap: segnata da anni difficili, la rapper si lascia andare a sfoghi autobiografici e molto personali, ma conditi con questo fastidioso tono di rivalsa.
Sing About Me è una brutta imitazione di Da Brat per la velocità delle rime, che si perde, però, in un chorus pop sbiadito, lontano dalle estrosità kitsch di una Minaj. Il resto è una serie di rifacimenti ad artisti più celebri, in gonnella e non: Eve e Alicia Keys (A Tribe Called Red), Eminem (Battle Cry, in cui la prezzemolina Sia interpreta Rihanna, in un fac-simile di Love The Way You Lie), Macklemore (nella convincente Black Dahlia), Estelle (nel pop malriuscito di Planes Fly), Lil’ Kim e Nicki Minaj (nella meditazione conclusiva e scontata di Dirty Gold). Non che manchino ricerche interessanti (la già citata Black Dahlia, il singolo Echelon, White Lilies, su una donna che perde la propria dignità perché stripper), ma si tratta di un ascolto estenuante e che avrebbe giovato di numerosi tagli sia di tracce, che all’interno delle tracce.
Aspettiamo i debutti della discussa e talentuosa Azealia Banks e della bionda e pop Iggy Azalea, previsti per i primi mesi di questo 2014, perché questo Dirty Gold lascia molto a desiderare.
Label: Island/Republic
Genere: Hip Hop
Anno: 2013
Tracklist
01 – Sing About Me
02 – Echelon (It’s My Way)
03 – A Tribe Called Red
04 – Deep Sea Diver
05 – Black Synagogue
06 – Angels & Airwaves
07 – April’s Fool
08 – White Lilies White Lies
09 – Battle Cry
10 – Black Dahlia
11 – Planes Fly
12 – Dirty Gold
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