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gen 31

Pulse 2014

Suoni ultraterreni e sovraincisioni, sperimentalismi techno ed echi dub, reminiscenze soul, funk e jazz. La nuova edizione di Pulse, il minifestival di Led X (Link Electronic Department) si muove verso direzioni diverse raggruppando in tre serate e altrettanti luoghi bolognesi alcuni dei migliori progetti dell’elettronica contemporanea internazionale. Si parte il 27 febbraio all’Ex Forno del Pane, il bar del MAMbo con Wo Land/Tru West, tra elettroniche analogiche e richiami jazz, musica concreta e avanguardia. Wo Land è l’etichetta indipendente nata grazie a un gruppo di artisti italiani per ospitare progetti visivi e sonori sperimentali. Proprio come Tru West, il collettivo che unisce il producer italiano Martin Hopkins (conosciuto anche come Mass Prod), il clarinettista Raffaele Amenta, il fondatore dell’etichetta Marmo, Matteo Tagliavini, Niccolò Rufo e Hervè Atsè Corti. Suoni provenienti da diverse epoche e luoghi vengono manipolati dalle macchine di Martin Hopkins, fra strati di sintetizzatori, nastri magnetici, field recordings e sovraincisioni, e il clarinetto ipnotico di Raffaele Amenta sempre presente.
Il 28 febbraio la giornata comincia con un’anteprima filmica in collaborazione con Kinodromo. Al Cinema Europa, alle 22, la regista francese Jacqueline Caux presenta in prima italiana il suo film “Man from Tomorrow” (versione originale con sottotitoli in italiano) dedicato a uno dei più grandi producer di Detroit, Jeff Mills. Un ritratto sperimentale, filosofico e poetico, sulla forza che le “immagini sonore” di Jeff Mills esercitano sulla nostra percezione. Il film arriva a Bologna dopo essere stato presentato in prima mondiale al Louvre di Parigi il 2 febbraio 2014. Dalle 23.00 in poi al Locomotiv passa in rassegna il lato più oscuro della techno, con quelli che sono attualmente i suoi massimi rappresentanti. Da un lato il mancuniano Andy Stott con le sue creazioni concettuali, quasi fossero un’opera d’arte. Ultra-bassi, dub stile Basic Channel, vocalizzi femminili e ritmi che rallentano fino agli 80 bpm. Fantasmi soul e magia si intrecciano nel suo stile unico, sempre in equilibrio fra ricerca ed emotività. I suoi tre dischi per la Modern Love sono già tre classici senza tempo. Dall’altra parte Miles Whittaker e Sean Canty, anch’essi di Manchester, anch’essi votati alle vibrazioni dell’oscurità sotto il nome di Demdike Stare. I loro paesaggi sonori sono ancora più inquietanti, radicati nel dub e nel minimalismo techno, intrisi di ritmi esotici e campioni di colonne sonore, frammenti jazz ed echi di musica concreta. Altrettanto suggestive sono le immagini che accompagnano le loro performance, una sorta di collage onirico che unisce brandelli di pellicole dimenticate. A seguire si balla fino a notte fonda con la techno del turntablist Max Durante, veterano dell’elettronica made in Italy, simbolo della generazione rave e, oggi, sperimentatore giramondo.
Infine, l’1 marzo al Link, la grande festa finale, con due ospiti che ritornano nel Cubo di via Fantoni a dare una lezione di grande stile. Theo Parrish è un infaticabile alfiere di quel patchwork detroitiano che mescola house, jazz, funk, techno e disco. Uno capace di farti vivere tutti i periodi dell’elettronica nera americana, catapultandoti nel funk più nero, nella disco più freakettona, nella techno detroitiana strutturata, nell’house più armoniosa, nell’r’n’b e nel soul più inaspettato e sensuale. Insieme a lui l’italianissimo Volcov, lo pseudonimo del veronese Enrico Crivellaro , fondatore dell’etichetta Neroli. Nel suo retroterra black c’è proprio la lezione di Theo Parrish e i suoi set racchiudono un animo soul che in Europa ha pochi pari.

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