Non c’è nulla da fare, Napoli si conferma “eterna sala parto” di capolavori musicali underground inestimabili, piccole, medie e grandi gemme autorali che sembrano arrivare da chissà quale parte dell’Europa ed invece sono caratterizzazioni, diamanti tutti nostri, vanto e gloria di una creatività illimitata, sconfinata e dal cuore dilatato. Tutto questo per presentare Juliet Grove, disco dei napoletani Pipers, uno di quei “parti”, un ottovolante di grazia ed autenticità pop che scivola all’ascolto come una carezza indelebile, una strizzata di cuore delicatissima.
Inglese in tutti i punti possibili, il registrato di dieci tracce è un ascolto totale di abbandoni, ballate, ritorni e voli al pari di un’eternità a tempo determinato, un valore musicale di eccellenza che fa presagire grandi cose, già una pietra miliare per cercatori di cose musicali che possono togliere il fiato ancor prima di emetterlo. Prodotto da Gavin Monaghan, il disco, che porta lo stesso nome della via dello studio dove è stato registrato, a Wolverhampton, è una sequenza, una ribellione dal rumore e dalla tracotanza degli amplificatori che approccia l’ascolto in maniera dolceamara, ballate e arie folkly, easy-field e amori disegnati in una catena senza tempo, un mondo in “disparte” che agisce nel nervo scoperto della meraviglia, un capolavoro Made in Naples che da il senso di intoccabile, di frangibile durante il suo passaggio negli orecchi.
Con la santità di certi Ocean Colour Scene e taluni Turin Brakes a respirare dietro la tracklist, il registrato, anche con piccoli passaggi e accenti ambient, trova una sincronia perfetta con i valori dell’acustico e della musica da “contemplazione”, brani che si avvicinano al cuore e alla mente come una serata malinconica estiva e solitaria, ma libera da qualsiasi vincolo; l’armonica looner che riga Just a lie, la spennata country di Sylvia, gli open chord dondolanti di Steve Lamacq e la pastorale ventosa, struggentemente ventosa di Rain on the asphalt anticipano la fantasmagoria dell’intero prodigio di questo album, album che porta lontano, ti confonde, e ti porta ancora più lontano, fino alle sorgenti inverosimili della sensibilità del presente. Immenso!
Label: Pippola Music
Anno: 2014
Genere: Ambient Pop
Tracklist:
1. Ask me for a cigarette
2. Safe
3. Just a lie
4. Sylvia
5. What I mean to say
6. Steve Lamacq
7. Outside your back door
8. Something wrong
9. You & Me (from the darkness)
10. Rain on the asphalt
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