La musica del trombettista giapponese Jun Miyake è di quelle che seguono un percorso personale, trasversale a tutto quello che gira per l´universo del pop, jazz, rock, tuttavia fagocitandolo e digerendolo fino a farne un oggetto che perde le proprie caratteristiche per entrare a fare parte di un progetto, un´idea, che soltanto lui sa realizzare con tanta coerenza. Il teatro delle memorie perdute, questo il titolo della sua nuova traduzione nell´idioma italiano, è un´idea che trova la sua dimensione in un lungo tempo di progettazione in cui tutto si è lentamente sedimentato, confuso dalla memoria. È questo il motivo per cui la musica appare quasi visivamente sull’immaginario palcoscenico di un teatro, ma priva della forma originaria, libera di esprimersi e di dare a ciascuno la possibilità di interpretarla come vuole o come può. In tale opera le memorie perdute assumono il ruolo di mutanti, mai veramente consoni all’originale ed ormai geneticamente lontani. L´esplosione di Fukushima ha certamente giocato un ruolo in questo divenire di idee con l´impulso ad accelerarne la realizzazione e poi a rendere disponibili alcune delle star qui presenti, pescate al volo e portate subito in studio, come la tedesca Nina Hagen in un emozionante Laminin. La musica è messa insieme in forma di collage, fra avanguardismi brasiliani in cui Arto Lindsay dice la sua, bosse nove proiettare nel futuro, melodie sdolcinate dagli anni intorno alla catastrofe del Titanic. Sarebbe riduttivo cercare di comprendere razionalmente un´opera così complessa, ma affascinante, che con tanti elementi a disposizione prima stordisce l´incauto ascoltatore, cercando di scavare nella sua memoria musicale, poi lo seduce definitivamente, fra cori, voci, assoli di chitarra, suoni acustici e sintetici che senza alcuna dissonanza stanno bene insieme. In questo c´è la grande abilità di assemblatore di Miyake, una magia che solo a pochi riesce. Va da sé che una tale opera musicale è fra le cose più originali oggi in giro, un collage realizzato da relitti mutanti, pescati in una memoria che resiste, in un modo o nell´altro, anche alla distruzione atomica avvenuta in patria. Fra i partecipanti al progetto: Arto Lindsay voce e chitarra, David Byrne voce, Nina Hagen voce, Lisa Papineau voce, Mechthild Großmann voce, Vinicius Cantuaria chitarra, percussioni, The Cosmic Voices of Bulgaria, la Bulgarian Symphony Orchestra, Vincent Segal violoncello, Dhafer Youssef oud, Melvin Gibbs basso, Hitoshi Watanabe basso, Masahiro Itami chitarra, Didier Havet tuba, Hideo Yamaki batteria.
Genere: modern jazz
Label: Enja
Anno 2014
Tracklist
01. Assimétrica
02. Exibida
03. The World I Know
04. White Rose
05. Abshana
06. Still Life
07. Ich bin schön
08. A Dream is a Wish Your Heart Makes
09. Colors
10. Frozen Tide
11. Laminin
12. The Silence Ahead (Complete Mix)
13. Quiet Page
14. Calluna
15. Eden-1
16. Petal
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